Colpo di scena sulla sanatoria delle cartelle che non verranno cancellate perché non decide lo Stato
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Ed alla fine qualcosa potrebbe cambiare sulla sanatoria delle cartelle esattoriali. Anche se è un provvedimento che ancora deve diventare definitivo, ecco che arrivano novità che i contribuenti dovrebbero conoscere perché rischiano di essere per loro penalizzanti.
Mentre si dà per scontata la rottamazione delle cartelle, diverso è il discorso della cancellazione d’ufficio delle cartelle esattoriali sotto i 1.000 euro. Infatti su questa parte della sanatoria qualcosa rischia davvero di cambiare ed a discapito dei contribuenti. Dopo le lamentele dell’ANCI, cioè dell’associazione che unisce tutti i Comuni italiani, un emendamento alla manovra di Bilancio rischia di rendere la cancellazione delle cartelle esattoriali una cosa per pochi intimi, o riguardante solo quelle relative a tasse statali e non locali. Di fatto escludendo molti debiti dalla sanatoria.
Le cartelle esattoriali da cancellare rischiano di diventare di meno
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Cancellate d’ufficio tutte le cartelle esattoriali passate all’incasso all’agente della riscossione entro il 2015. È la prima parte della grande senatoria delle cartelle esattoriali che il Governo Meloni ha deciso di introdurre con la Legge di Bilancio e di cui fa parte anche la rottamazione quater delle cartelle esattoriali. Ma un colpo di scena sulla sanatoria delle cartelle sembra arrivare proprio sull’azzeramento delle cartelle fino al 2015. La cancellazione d’ufficio di queste cartelle è senza dubbio il provvedimento più importante dal momento che i contribuenti non saranno chiamati nemmeno a produrre domanda. Niente istanza per vedersi cancellare i debiti maturati con il concessionario della riscossione entro il 2015 se inferiori a 1.000 euro. Ma è un provvedimento che man mano che passano i giorni rischia seriamente di perdere forza. Infatti è nata subito una discussione con l’ANCI, l’associazione italiana dei Comuni. I sindaci di questi enti locali hanno avuto da ridire immediatamente su un provvedimento preso d’ufficio da parte del Governo. Un provvedimento preso senza sentire preventivamente questi enti.
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Colpo di scena sulla sanatoria delle cartelle, ai sindaci l’ultima parola
La cartella settoriale altro non è che l’atto esecutivo con cui un debito di un contribuente nei confronti di un ente pubblico viene messo all’incasso. Ma quando parliamo di debito nei confronti di un ente pubblico parliamo sia di debiti nei confronti dello Stato (IRPEF, IRAP, IVA e così via), che di debiti verso la Regione (bollo auto) o verso i Comuni (IMU, TARI, TASI ecc.). Ciò che l’ANCI contesta è che il Governo ha deciso di cancellare le cartelle ai contribuenti, anche se riguardanti tasse e imposte che dovevano finire in cassa ai Comuni. E senza chiedere se i Comuni erano in accordo.
Le cartelle sono una fonte di reddito per il Comune-proiezionidiborsa.it
Per un Comune queste cartelle sono una fonte di gettito non indifferente. E secondo l’ANCI molte cartelle fino al 2015, i Comuni avevano ancora speranza di incassarle. Inoltre, anche se potenzialmente non più incassabili, le cifre a credito verso i contribuenti, vengono utilizzate dai Comuni come ipotetiche voci attive. Per far quadrare il bilancio dell’ente, queste cifre sono state sempre determinati. Ecco perché per la cancellazione d’ufficio delle cartelle adesso l’ultima parola potrebbe spettare ai sindaci. In pratica saranno i primi cittadini a decidere se aderire alla cancellazione d’ufficio favorendo i propri cittadini o salvaguardare il bilancio dell’ente.