«L’intelligenza negli avvenimenti», cioè la capacità di lettura degli accadimenti oltre il loro verificarsi. La capacità d’analisi, di visione. Lo sviluppo del pensiero. Lo esprime Monsignor Pasquale Cascio, Vescovo della Diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi al centro della sua omelia.
I presenti
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Una folla immensa per i funerali di Ciriaco De Mita, morto ieri all’età di 94 anni dopo un periodo di convalescenza. Autorità ma anche tanta gente comune, compaesani e cittadini del comprensorio. Diversi giovani. E a questi ragazzi che sognano di far politica ha dedicato la «Scuola di Alti Studi Politici», che lui stesso ha sempre presenziato.
Ciriaco De Mita è per la sua gente l’eterno Presidente. «ci lascia da attore sulla scena» dice Giuseppe Sangiorgi, suo storico portavoce. Il feretro entra con la fascia tricolore, quella da sindaco. Ad attenderlo tanta gente fuori tenuta a bada dalle transenne. All’interno della Chiesa di Sant’Amato c’è il Capo dello Stato Sergio Mattarella, il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca ma vediamo anche Pierferdinando Casini, Angelino Alfano e Nicola Mancino, Giuseppe Gargani, Ettore Zecchino, Clemente Mastella. Tantissimi sindaci, molti giovani. La famiglia con la moglie Anna Maria, i figli e i nipoti.
La commozione
Il Vescovo ha una voce singolarmente commossa, forse per le autorità presenti. Ma soprattutto perché Ciriaco De Mita è una persona che ha conosciuto e di cui si trova a celebrare i funerali. «A volte un po’ spigoloso», ascoltiamo dai saluti finali del figlio Giuseppe e dei suoi nipoti, ma capace di leggere nello sguardo dell’interlocutore. Di ascoltare ciò che già sapeva l’altro stava per dire e tante altre volte anche per ascoltare «il silenzio», dirà una delle nipoti. Perché persino in famiglia una delle nipoti stava in silenzio perché consapevole dello spessore quasi trascendente del nonno.
Ciriaco De Mita è «l’attore che muore in scena», l’addio al Presidente che indossa la fascia tricolore
Nei saluti finali ci sono anche quelli di un carabiniere, Paolo Buratta, che tra gli altri lo ha accompagnato negli anni della scorta. Nell’omelia il Vescovo ricorda l’agire di Ciriaco De Mita, già Presidente del Consiglio, diverse volte Ministro e per diversi anni Segretario della Democrazia Cristiana. Si rivolge alle istituzioni presenti cui dice «anche se non credete sappiate che quando decidete per il popolo siete l’ansia di Dio».
A Palermo
Il pensiero più vitale è quello di Sangiorgi, che ricorda di un discorso di De Mita a Palermo su Luigi Sturzo. «La nostra comprensione – ricorda Sangiorgio – deve diventare fatto, sentimento della gente, la nostra idea deve trasformarsi in sentimento». Solo allora avremo fatto bene. È uno stralcio del discorso di De Mita in Sicilia. Uno dei tanti che passerà alla storia.
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