Ci lascia di stucco sapere quanto tempo dobbiamo stare in vacanza per il nostro benessere fisico

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La celebre cantante toscana Irene Grandi qualche anno fa cantava “Vivo in vacanza da una vita. Perché no?”. Un pensiero e più che altro un desiderio che condividiamo in molti. Ora ne abbiamo anche le prove scientifiche. I risultati di uno studio pubblicati nel 2018 su The Journal of Nutrition, Health & Aging, danno conferma a quanto in cuor nostro da sempre auspichiamo. Ci riferiamo allo studio condotto dall’Università di Helsinki sotto la guida dal professor Timo Strandberg.

Ci lascia di stucco sapere quanto tempo dobbiamo stare in vacanza per il nostro benessere fisico

Il campione di riferimento per questo studio sono i 1.200 uomini d’affari che fra il 1974 e il 1975 avevano già partecipato ad un precedente studio.

Si reclutarono i manager, tutti nati fra il 1919 e il 1934, per una ricerca sui fattori di rischio cardiovascolari. Tutti i partecipanti presentavano almeno un fattore di rischio per il cuore dal vizio del fumo all’ipertensione, dal colesterolo alto ai trigliceridi elevati, fino al sovrappeso.

I ricercatori del ’74 suddivisero i 1.200 dirigenti in un gruppo detto “d’intervento” e uno “di controllo”.

Cosa significa?

I ricercatori per cinque anni hanno  seguito il gruppo di intervento dal punto di vista farmacologico e con l’educazione sanitaria. Impartivano istruzioni su come fare attività fisica aerobica. Gli venivano suggerite diete sane per raggiungere un peso ideale. Vennero somministrati farmaci per l’ipertensione e il peso come beta-bloccanti, diuretici e probucolo.

Il gruppo di controllo fu “lasciato” alla consueta sanità pubblica.

Alla fine dello studio dal monitoraggio delle condizioni di salute dei due gruppi risultava che il gruppo “d’intervento” aveva migliorato il proprio stato di salute. Il rischio cardiovascolare era sceso addirittura 46% per i fortunati che aveva avuto i ricercatori come “tutor”.

Ma la sorpresa è  venuta dopo nel follow up degli studi del 1989 e poi del 2014.

Nel gruppo “d’intervento”, a 15 anni di distanza, c’erano stati più decessi rispetto al gruppo “di controllo”. Stesso risultato fino al 2004.

Fra il 2004 e il 2014, invece, i tassi di mortalità tra i due gruppi di campioni si erano allineati sugli stessi valori.

Cos’era successo, quindi, tra il 1975 e il 2004 per vanificare tutti i miglioramenti di dieta, abitudini di vita e farmaci effettuati sul gruppo “d’intervento”?

Torniamo allora al presente e vediamo cosa ha scoperto il team di Timo Strandberg.

I ricercatori di Helsinki hanno preso in considerazione più parametri e informazioni sulla vita dei manager del campione. Hanno valutato anche la quantità di lavoro, sonno e ferie.

Ebbene, ecco il dato che ha lasciato tutti senza parole. Coloro che avevano preso un periodo di ferie di tre settimane o meno avevano innalzato il rischio di mortalità del 37%.

Nel gruppo di controllo, invece, il dato-vacanza non aveva avuto nessuna influenza.

Cosa è emerso allora dallo studio?

Lo stress e il ritmo incessante senza un riposo superiore alle tre settimane può vanificare qualsiasi intervento di educazione alimentare o assunzione di farmaci.

È quindi molto importante prendersi uno stop dalla vita quotidiana e andare in vacanza per più di tre settimane!

Ecco perché abituati ad una stressante routine, ci lascia di stucco sapere quanto tempo dobbiamo stare in vacanza per il nostro benessere fisico.

Per approfondire: qui troviamo qualche spunto per qualche bella e lunga vacanza.

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