Chi possiede un conto corrente presso un istituto bancario potrebbe trovarsi di fronte a diverse necessità. Molti potrebbero avere il desiderio di chiuderlo e trasferirlo altrove, per esempio in Poste Italiane.
La ragione è semplice: l’operazione, a lungo andare, può rivelarsi vantaggiosa. Basta infatti chiedere un estratto e consultarlo per capire quanto costa effettivamente tenere aperto il proprio conto corrente.
I risultati potrebbero stupire: molti clienti di istituti bancari lamentano infatti spesso aumenti considerevoli sui costi di gestione del conto. Magari la banca propone – e addebita sul conto – servizi che in realtà potrebbero risultare inutilizzati.
È vero che a volte chiudere il conto corrente bancario è più conveniente di altre soluzioni, ma bisogna fare delle importanti differenze. Trasferire la propria liquidità presso un altro istituto di credito potrebbe essere più vantaggioso. Si potrebbe anche voler decidere di trasformare il conto in un più semplice libretto di risparmio. Si perdono ovviamente i “vantaggi” di operatività, ma se ne guadagna in termini di costi. Tutto dipende da come si utilizza lo strumento.
A cosa serve davvero un conto corrente? Per risparmiare denaro o per usarlo come “ponte” per pagamenti e trasferimenti? Solo il risparmiatore può rispondere a questa domanda e decidere di conseguenza cosa fare.
Chiudere il conto corrente bancario è semplice, ma bisogna stare attenti a questi dettagli per non rimetterci soldi
Indice dei contenuti
Fatte le opportune valutazioni, chi ha deciso di chiudere il conto in banca ha diverse opzioni davanti a sé. Anzitutto, c’è una normativa nazionale che bisogna conoscere: il decreto legge Bersani del 2007. Questa legge specifica che la chiusura del conto può essere effettuata senza sostenere alcuna spesa. Bisogna, però, stare attenti ad alcune cose.
In caso di conto cointestato, la richiesta di chiusura deve pervenire da tutti gli intestatari, che dovranno anche firmare per conferma. Inoltre, il saldo del conto non dev’essere in negativo: in questo caso bisognerà procedere a metterlo quantomeno in pari. Bisogna poi restituire il libretto con gli assegni non utilizzati e le varie carte, avendo l’accortezza di tagliarle in due.
Di norma, la pratica di chiusura richiede circa dieci giorni, comunque non più di 12 giorni lavorativi. Il DL Bersani chiarisce che non ci sono costi, ma bisogna comunque pagare tutte le spese di gestione.
Per richiedere l’attivazione della procedura si può andare nello sportello di riferimento per parlare con il consulente di fiducia. In alternativa, basta inviare una raccomandata A/R con una lettera d’estinzione dove vengono indicati gli estremi del conto da chiudere.