La notte delle elezioni USA, come molti l’hanno denominata, non ha ancora restituito agli onori della ribalta, con certezza, il futuro presidente USA.
Ha invece restituito una significativa sorpresa, si può dire per la totalità, o quasi, dei sondaggisti, che davano in netto vantaggio lo sfidante Biden.
Ma, evidentemente, così non è stato.
Mentre sto scrivendo devono ancora arrivare molti risultati.
E, anche secondo quanto definito a livello di giurisprudenza USA sul tema, non tutti gli Stati devono osservare la medesima scadenza temporale, per consegnare i risultati dei loro conteggi.
Ne consegue che la vittoria definitiva si potrà conoscere, probabilmente, solo tra qualche giorno.
A proposito di chi vince negli USA? Perdono i sondaggisti, vince Google Trends?
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Come dicevo poco fa, sinora pare che la maggior parte dei sondaggisti, come già verificatosi nelle precedenti elezioni, non abbia colto il senso di questo voto, né gli umori che indirizzavano effettivamente gli elettori.
Pare invece molto più vicino alla reali intenzioni di voto un sito come Google Trends, che avevo utilizzato per alcune proiezioni.
Questo sito, nell’intercettare e confrontare il numero di ricerche sui due sfidanti, aveva evidenziato una vittoria abbastanza netta di Trump.
Se il Presidente in carica confermasse un voto favorevole in alcuni stati chiave, come la Florida, ancora una volta questo sito avrebbe avuto ragione di molti sondaggisti, anche tra i più blasonati.
Il meccanismo elettorale
Non va infatti dimenticato, peraltro, il particolare meccanismo, che porta il candidato a vincere le elezioni presidenziali.
L’elettore non vota direttamente il candidato.
In ogni stato sono candidati alcuni cosiddetti grandi elettori.
I grandi elettori prescelti poi si troveranno, a loro volta, a votare il candidato del loro partito.
In quasi tutti gli Stati, per l’elezione dei grandi elettori si usa il sistema maggioritario e la lista che prende più voti si aggiudica tutti i posti di grande elettore a disposizione del singolo Stato.
Naturalmente, gli Stati con maggior popolazione hanno diritto ad un maggior numero di grandi elettori.
Ne consegue che potrebbe capitare che non sia il candidato, per così dire, più votato, o meglio quello che ha riscosso le maggiori simpatie, ad essere eletto.
Vince chi prende il maggior numero di grandi elettori, il che potrebbe non coincidere con un maggior numero di votanti, se parte di questi elettori si trovano in Stati che hanno visto prevalere i grandi elettori della lista avversaria.
Diversa sarebbe la situazione, se si trattasse di un sistema elettorale su base proporzionale.
È proprio quanto già verificatosi nelle precedenti elezioni, con la Clinton, che prese più voti di Trump.
E questa volta, chi vince negli USA?
Non possiamo ancora sapere chi risulterà il vincitore definitivo.
Nel frattempo possiamo però sicuramente affermare che probabilmente Google Trends ha consentito proiezioni molto più vicine alla realtà di molti blasonati sondaggisti. E ritenere che per Biden la sorpresa dei risultati attuali sia certamente negativa, e simmetricamente positiva per Trump.
Sicuramente i democratici si aspettavano, questa mattina, di trovarsi con la vittoria già in tasca ma, evidentemente, così non è stato, nonostante i toni retorici ovviamente espressi da entrambi i candidati nel post elezioni.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“