Chi viaggia in aereo dovrebbe fare attenzione al decollo o all’atterraggio perché potrebbero manifestarsi questi fastidiosi disturbi

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Le vacanze estive stanno quasi per arrivare e, per tantissime persone, si avvicina il momento di fare i bagagli e partire. Nonostante, anche quest’anno, la maggior parte degli italiani viaggerà in macchina, una buona percentuale si sposterà con altri mezzi, tra cui l’aereo.

Questo mezzo di trasporto è sicuramente il più comodo per viaggiare, sia per la velocità che per la possibilità di giungere a destinazione in poco tempo. Tuttavia, oltre agli enormi vantaggi, tra cui i prezzi sempre abbastanza abbordabili, ci sono da considerare anche degli svantaggi inerenti alla salute dei passeggeri. Infatti, viaggiando in aereo, potrebbero manifestarsi dei disturbi molto fastidiosi e, in alcuni casi, anche pericolosi.

Tra questi rientra l’otite barotraumatica, un problema molto frequente per chi viaggia in aereo. Nelle prossime righe vedremo di cosa si tratta e quali potrebbero essere le possibili forme di prevenzione e gli eventuali trattamenti da effettuare.

Chi viaggia in aereo dovrebbe fare attenzione al decollo o all’atterraggio perché potrebbero manifestarsi questi fastidiosi disturbi

L’otite barotraumatica è un disturbo che generalmente si manifesta con dolore o danni alla membrana timpanica. Ciò potrebbe scaturire da variazioni rapide della pressione atmosferica, come avviene nelle immersioni in acqua o, appunto, nei viaggi in aereo.

In poche parole, per mantenere la medesima pressione su entrambi i lati della membrana timpanica, è necessario che il gas si sposti, senza impedimenti, tra rinofaringe e orecchio medio. Tuttavia questi meccanismi, regolati anche dalla tuba di Eustachio, a volte tendono a non funzionare come dovrebbero. Le cause principali sono spesso attribuite ad infezioni delle vie respiratorie, come allergie e congestione nasale, che interferirebbero durante le variazioni della pressione atmosferica.

In questi casi, la pressione nell’orecchio medio potrebbe scendere a livelli inferiori rispetto a quella atmosferica, causando una retrazione della membrana timpanica. Oppure, se la pressione dovesse essere più alta, potrebbe causare un’estroflessione della membrana, fino a provocare sanguinamento o, addirittura, la rottura della membrana.

Rimedi e precauzioni

Il barotrauma all’orecchio potrebbe, quindi, provocare diversi sintomi, tra cui dolore, riduzione dell’udito e vertigini. Essi, di solito, potrebbero peggiorare in caso di rapido aumento della pressione dell’aria, come nel caso di un atterraggio aereo.

In questi casi, è importante trovare un modo per riequilibrare la pressione endotimpanica, adottando una serie di comportamenti. Un consiglio, ad esempio, potrebbe essere quello di soffiare il naso con le narici chiuse. Per fare ciò, basta tappare il naso, schiacciandolo ai lati delle narici tra indice e pollice, e spingere l’aria nella parte posteriore della gola. In alternativa, si può sempre masticare un chewing gum, succhiare una caramella o simulare degli sbadigli, così da compensare la pressione esterna con quella interna.

Tuttavia, è importante ricordare che chi viaggia in aereo dovrebbe fare attenzione soprattutto nel caso in cui abbia congestioni nasali, allergie o eventuali infezioni. In generale, se non si può fare a meno di viaggiare, si consiglia di ascoltare il parere di un medico e, nel caso, di usare un vasocostrittore nasale prima del viaggio.

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