Si tratta di un adorabile modo per trascorrere una parte della nostra giornata. È rinvigorente e praticata da tantissimi. Può smorzare lo stress di una giornata impegnativa oppure semplicemente accompagnare la conclusione di un pasto da leccarsi i baffi. La siesta è una tradizione diffusissima. In alcuni luoghi è istituzionalizzata e parte delle abitudini lavorative della quasi totalità della società. I negozi chiudono, così, intorno all’ora di pranzo per riaprire verso metà pomeriggio.
Questo vale sicuramente in molti paesi rurali della Spagna, nella quasi totalità dell’America Latina, in varie parti d’Italia e della Francia. Anche in tante altre parti del mondo è variamente applicata. Ovviamente l’incidenza è di gran lunga maggiore nei piccoli centri abitati, molto inferiore, se non nulla, nelle città. Sono veramente tanti quelli che vorrebbero o che riescono a praticarla. Alle volte è difficile, perché ci troviamo in ufficio. In questo caso, forse può far comodo conoscere un errore che molti commettono quando fanno la siesta sul posto di lavoro.
Chi va pazzo per la siesta deve conoscere il reale motivo per cui si chiama così
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Ma per quanto sia amata e utilizzata, solo in pochi ne conoscono l’origine. L’origine deriverebbe dalla lingua dei nostri antenati, il latino. Più precisamente dalla “hora sexta”. Potremmo però chiederci perché l’ora sesta dovrebbe indicare una pausa pomeridiana. Ebbene, calcolare l’ora nell’antichità non era così semplice. Ovviamente non esistevano gli orologi. Il passare del tempo veniva indicato dalle clessidre d’acqua e di sabbia. Mentre per comprendere la lunghezza del giorno si utilizzavano le meridiane. Ecco dunque un primo indizio. Il tempo si calcolava a partire dal sorgere del sole, dando origine ad un sistema metodico di conteggio. La vita infatti, tanto nei campi con gli animali, quanto in città, iniziava con il sorgere del sole. Proviamo dunque a fare un paragone, visto che il sorgere del sole dipende dal periodo dell’anno.
Ecco a quale ora faceva riferimento
Considerata pressappoco la prima ora del giorno quella degli equinozi (le giornate in cui la notte ed il giorno hanno la stessa durata), potremmo porre come riferimento l’ora che va dalle 6 alle 7 del mattino. La sesta ora si collocava attorno a mezzogiorno. D’estate, a quest’ora, il caldo era rovente e alto nel cielo e si poteva riposare. D’inverno la mattinata era stata già lunga ed impegnativa, quindi si poteva pensare bene ad una pausa. Nel Medioevo, peraltro, in molti ambienti, il trascorrere del tempo veniva ancora calcolato in maniera similare. In special maniera quando gli orologi non erano così diffusi.
Inoltre non dovremmo dimenticarci che il Latino è stato utilizzato come lingua ufficiale dalla Chiesa per molti secoli. Ed in molte località, le uniche comunità ad avere il senso preciso del tempo, erano proprio quelle dei monasteri. È quindi comprensibile che questa amabile tradizione sia passata da un uso ufficiale al gergo delle persone comuni. Chi va pazzo per la siesta deve conoscere il reale motivo per cui si chiama così.
Ora guarderemo con più affetto e simpatia a questa ritualità. Consapevoli che, per quanto le tecnologie e la vita dell’umanità cambi, rimangono sempre alcune tradizioni e necessità. Tra queste ci sono senza dubbio parlare, amare, pensare al senso della vita, ridere in compagnia e, perché no, dormire una siesta. E per chi se lo stesse chiedendo, ecco quando fare la pennichella per migliorare la memoria secondo la scienza.