I dati economico finanziari italiani sono da anni sotto la lente d’ingrandimento a livello mondiale. Gli investitori internazionali sono sempre più pessimisti sulla tenuta dei nostri conti. Il paradosso di un Paese tra i primi esportatori al mondo grazie al riconoscimento universale della qualità made in Italy. In questo articolo ci focalizzeremo sul vero problema che impedisce al nostro Paese di prosperare come meriterebbe: l’evasione fiscale. Capiremo per quale motivo l’evasione è così radicata. Inoltre, vedremo quali misure veramente efficaci contrapporre. Scopriamo il vero prezzo dell’evasione, il peccato e la vergogna d’Italia. Chi sono gli evasori nel nostro Paese e che ripercussioni hanno sui cittadini onesti.
Evasione alle stelle
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Secondo uno studio del Ministero dell’Economia, ogni anno in Italia vengono evasi oltre 100 miliardi di euro. Un dato che sale a più di 190 miliardi in base alle stime dell’economista britannico Richard Murphy. Cifre enormi che vengono sottratte alla collettività con conseguenze devastanti. Infrastrutture che crollano a causa della scarsa manutenzione, ospedali sottodimensionati e non in grado di far fronte alle emergenze. Queste sono solo alcune delle conseguenze delle mancate entrate per lo Stato dovute all’evasione dilagante. L’imposta più evasa è l’IVA, con un ammanco medio annuo per lo Stato di oltre 35 miliardi. Ricordiamo che concorrono a questo dato tanto le truffe sofisticate dei cosiddetti grandi evasori, quanto scontrini e fatture non emessi dalle piccole attività. I settori più soggetti all’evasione, secondo il Ministero, sono il commercio, i trasporti, il turismo e la ristorazione. Ma il vero problema sembra essere un altro.
Il peccato e la vergogna d’Italia. Chi sono gli evasori nel nostro Paese
La maggiore fonte di mancate entrate per lo Stato è, però, il lavoro nero. La CGIA di Mestre stima in oltre 36 miliardi le risorse sottratte ogni anno all’Erario dal lavoro irregolare. Il giro d’affari del sommerso cuba circa il 5% del PIL nazionale e incentiva sfruttamento e inosservanza dei diritti dei lavoratori. La quasi totalità delle transazioni finanziarie irregolari si basa sui contanti con cui gli italiani regolano l’86% dei pagamenti. I mezzi di pagamento tracciati, infatti, consentono al Fisco di risalire facilmente al sommerso. Il Governo ha introdotto un limite di 2.000 euro per le transazioni in contanti dal 1° luglio. La soglia scenderà a 1.000 euro dal 2022. Purtroppo, la lotta al nero si scontra con un fattore culturale fortemente radicato nel nostro Paese. Molti cittadini considerano lo Stato un’entità esterna ed ostile, i beni pubblici sono considerati di nessuno anziché di tutti. Per questo, molti professionisti continuano a ricevere pagamenti in nero ed in contanti.
Quante tasse paghiamo in realtà e cosa succede in altri Paesi
Gli Stati Uniti sono il Paese con l’evasione fiscale più bassa al mondo, di un valore stimato inferiore al 10%. Negli USA infatti, pagare imposte elevate è un vanto perché denota ricchezza e successo. Al contempo le norme colpiscono gli evasori in maniera estremamente severa. Nel nostro Paese si sommano più fattori a determinare un’evasione record. Sanzioni blande, controlli insufficienti ma anche una tassazione che spesso supera il 50% dei redditi. Tra tasse dirette ed indirette, gli italiani onesti rischiano di pagare molto più della metà delle proprie entrate. Non dimentichiamo, ad esempio, che paghiamo circa il 64% di tasse sulla benzina. Mentre negli USA le imposte sui carburanti non superano il 10%. Un taglio del cuneo fiscale è imprescindibile per limitare il peccato e la vergogna d’Italia. Chi sono gli evasori nel nostro Paese e perché evadono?
Perché in Italia si evade?
Abbiamo visto che contribuiscono all’evasione l’eccessiva pressione fiscale, i mancati controlli ed una spiccata tendenza all’uso del contante. La politica ha spesso tollerato questo malcostume per motivi elettorali. In altri Paesi invece, si arriva addirittura alla gogna mediatica. Non solo in Stati come Russia e Pakistan. Anche nel Regno Unito, in Spagna ed in Irlanda il Fisco pubblica on line i nomi degli evasori. Ma oggi, con un debito pubblico superiore al 167% del PIL è necessario un cambio di rotta. Il rischio è un irrigidimento ulteriore delle politiche tributarie che potrebbero spingere ancora più italiani ad una disobbedienza fiscale. Abbiamo analizzato un’ipotesi di riforma dell’IRPEF secondo alcuni penalizzante per i contribuenti in questo articolo.
Lo staff di ProiezionidiBorsa continuerà ad informare i lettori in merito alle novità fiscali previste per lavoratori e pensionati.