L’asma è una patologia che provoca difficoltà respiratorie che, in alcuni casi possono essere anche molto gravi. Si tratta di una malattia invalidante.
Chi soffre di asma bronchiale ha difficoltà a respirare, soffre di tosse, ha spesso respiro sibilante e senso di oppressione toracica. Il tutto è dovuto ad una infiammazione cronica delle vie respiratorie causata dall’ostruzione dei bronchi. Questi ultimi si contraggono e si riempiono di liquido producendo un eccesso di muco. Lo spazio a disposizione per far circolare l’aria, quindi, si riduce e chi ne soffre, quindi, ha molte difficoltà a respirare. Al di là di quelle che possono essere le cause ed i rimedi, che lasciamo agli esperti, cerchiamo di capire quali sono i diritti degli asmatici. Chi soffre si asma ha diritto alla pensione prima? O ad avere invalidità civile?
L’asma è una patologia invalidante
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Il Decreto Ministeriale 329 del 1999 ha riconosciuto l’asma bronchiale come una patologia cronica invalidante. Una volta diagnosticata, quindi, l’asma da uno pneumologo, bisognerà iniziare l’iter burocratico per vedere se spetta anche il riconoscimento dell’invalidità civile. L’iter prevede una prima certificazione telematica dal medico curante che annoterà tutti i disturbi e le patologie di cui l’asmatico soffre. Sarà poi la Commissione medica presso cui l’INPS lo convocherà a visita a stabilire la percentuale di invalidità riconosciuta con un verbale.
Se si ha un asma lieve, infatti, non c’è diritto a nessun sussidio da parte dello Stato. Infatti per asma di tipo allergico estrinseco ed intrinseco viene riconosciuta una percentuale massima del 35%. E con questa percentuale non si ha diritto praticamente a nulla. Solo quando l’asma provoca anche altre patologie scatta una percentuale di invalidità più alta.
Il diritto alla pensione di invalidità
Per avere diritto alla pensione di invalidità serve una percentuale di almeno il 74%. Che solitamente viene riconosciuta laddove il paziente presente oltre all’asma una broncopneumopatia grave (in questo caso la percentuale varia da 71 all’80%). Se la broncopneumopatia è severa, invece, la percentuale varia dall’81 al 90%.
Quando all’asma, quindi si associano altre patologie respiratorie gravi l’invalido ha diritto alla pensione di invalidità civile.
Quando spetta l’assegno ordinario di invalidità?
Se la capacità lavorativa specifica del lavoratore asmatico è ridotta di almeno due terzi può richiedere l’assegno ordinario di invalidità. In questo caso dipende, quindi, dal lavoro che svolge. Se fa l’impiegato difficilmente l’avere l’asma può ridurre la sua capacità lavorativa. Se fa il traslocatore, ad esempio, la sua capacità lavorativa è gravemente ridotta: immaginiamo un asmatico a salire le scale con un armadio sulle spalle…
L’assegno ordinario per ridotta capacità lavorativa specifica spetta a partire dal 67% di invalidità ed è calcolato sui contributi versati al momento della richiesta. Ha una valenza di 3 anni e alla scadenza può essere rinnovato. Al terzo riconoscimento, poi, diventa definitivo e non ha più scadenza.
Chi soffre di asma ha diritto alla pensione anticipata?
Se chi soffre di asma ha una percentuale di invalidità di almeno il 74% ha diritto di accedere a due misure di anticipo pensionistico:
- l’APE sociale a 63 anni con almeno 30 anni di contributi come invalido;
- la Quota 41, se ha versato almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni, ed ha almeno 41 anni di contributi totali.
Ma se l’asmatico lavora nel settore privato ed ha almeno l’80% di invalidità può accedere alla pensione di vecchiaia anticipata con 20 anni di contributi al compimento dei:
- 56 anni se è donna;
- 61 anni se è uomo.
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