L’artrite è una malattia che può essere anche molto invalidante. La causa di questa patologia è ancora sconosciuta ma provoca una infiammazione cronica delle articolazioni. Interessa in modo particolare le donne e può colpire a qualsiasi età. È, quindi, sbagliato associarla solo agli anziani visto che, in alcuni casi colpisce anche in età pediatrica. L’infiammazione causata dall’artrite non solo causa dolore ma compromette anche la capacità di poter svolgere le funzioni più semplici. Perché ad essere colpite possono essere anche i polsi e le mani. Chi soffre di artrite può andare in pensione anticipata, quindi, visto quello che comporta?
Una patologia che può causare molti danni
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Quando si pensa all’artrite si immagina una malattia che colpisce solo le articolazioni. Ma le complicazioni possono giungere a vari organi e apparati causando complicazioni anche gravi. Nella maggior parte dei casi i trattamenti per l’artrite servono solo a ridurre i sintomi per rendere la qualità della vita del malato migliore. Ma nei casi peggiori è necessario ricorrere ad interventi chirurgici che sostituiscano le articolazioni danneggiate.
Si tratta, quindi, di una patologia che può essere anche molto invalidante e proprio per questo motivo può dare diritto non solo ad una percentuale di invalidità elevata. Ma anche alla pensione anticipata.
Il riconoscimento dell’invalidità
L’iter per il riconoscimento dell’invalidità è sempre lo stesso e parte dal medico curante per concludersi con il verbale che rilascia la Commissione medica dell’INPS. In base alla percentuale di invalidità riconosciuta il malato ha diritti a diversi benefici. Con almeno il 74% di invalidità si ha diritto alla pensione di invalidità. Ma per averla il reddito personale deve essere davvero molto basso. E nella maggior parte dei casi il paziente non vi rientra perché, magari, lavora.
A questo punto, quindi, se la capacità lavorativa specifica è ridotta di almeno due terzi si ha diritto all’assegno ordinario di invalidità. Si tratta di una sorta di pensione anticipata calcolata sui contributi versati che permette, però, anche di continuare a lavorare se lo si desidera.
Per chi percepisce assegno ordinario di invalidità non è possibile accedere a nessuna forma di pensionamento anticipato e si dovrà attendere il compimento dei 67 anni per accedere alla pensione di vecchiaia. In alternativa si dovrà attendere la scadenza dell’assegno ordinario (che ha validità triennale) per richiedere pensione anticipata.
Chi soffre di artrite può andare in pensione prima per invalidità?
Se chi soffre di artrite, però, ha avuto una certificazione di almeno il 74% di invalidità può andare in pensione anticipata per invalidità con l’APE sociale o con la Quota 41. Nel primo caso sono necessari 63 anni di età e 30 anni di contributi. Nel secondo, indipendentemente dall’età, bisogna aver versato 12 mesi di contributi prima dei 19 anni e 41 anni di contributi totali.
In alternativa se la percentuale di invalidità è di almeno dell’80% si potrà andare in pensione con la pensione di vecchiaia anticipata per invalidi. La misura è dedicata esclusivamente ai lavoratori del settore privato e richiede 20 anni di contributi e:
- 56 anni di età per le donne;
- 61 anni di età per gli uomini.
Dopo il raggiungimento del requisito anagrafico è necessario, in ogni caso, attendere una finestra di 12 mesi per la decorrenza della pensione. Durante la finestra è possibile continuare a lavorare.
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Per chi soffre di artrosi c’è diritto a pensione anticipata o di invalidità?