In questo articolo, affronteremo una tematica che mette tutti sugli attenti. Ovvero i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Quindi, cercheremo di rispondere ad una domanda che attanaglia tutti: “chi rischia grosso sotto la miriade di controlli in arrivo da parte del Fisco?”.
Ebbene, si sa che sono in arrivo circa 340mila verifiche a partire dal 2021 fino alla fine del 2023. A rischio sono soprattutto le partite IVA. Oltre a professionisti e piccoli imprenditori.
Quindi, chi ha una partita IVA, può essere assoggettato a controlli da un momento all’altro. A questo punto, è utile specificare, come si articoleranno detti controlli, cioè secondo quali cadenze.
Ebbene, secondo il piano predisposto dall’Agenzia, essi avverranno come segue:
a) 90mila controlli nell’anno in corso;
b) 120mila, nel 2022;
3) 130mila, nel 2023.
In definitiva, l’obiettivo è quello di recuperare circa 44 miliardi di euro, complessivamente.
Su quali parametri il Fisco effettuerà i controlli?
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Una volta chiarito “chi rischia grosso sotto la miriade di controlli in arrivo da parte del Fisco?”, dovremo occuparci di come verranno eseguite le verifiche.
Ebbene, esse fonderanno su tecniche di analisi più all’avanguardia e su un monitoraggio più attento dei comportamenti dei soggetti che presentano maggiore “rischio di evasione”.
Sulla base di dette tecniche e indicatori, verrà controllato circa il 15% delle dichiarazioni dei redditi. Inoltre, si terranno in considerazione i codici ATECO esclusi dall’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale.
Si tratta di un sistema di controllo che sostituisce gli studi di settore. In particolare, detti indici, consistenti in forme di comunicazione preventiva rispetto alle scadenze fiscali, sono stati creati per far emergere le basi imponibili. E favorire il rispetto degli obblighi tributari da parte dei contribuenti.
Inoltre, gli indici in commento, mostrano, su una scala da 1 a 10, il grado di affidabilità fiscale di ogni contribuente. Con la conseguenza, appunto, che verranno assoggettati a controlli coloro che presentano un indice più basso.
In più, addirittura, l’Agenzia ha pensato di ricorrere all’utilizzo dei dati risultanti dall’Anagrafe Tributaria, passando al setaccio, in tal modo, i movimenti effettuati sui conti correnti e le entrate. Nonché i beni mobili e immobili posseduti dai contribuenti.