Le pensione in Italia spicca per essere una delle prestazioni che permette a molte famiglie di andare avanti e di arrivare alla fine del mese. E questo perché spesso un pensionato che prende un assegno INPS di importo medio-alto aiuta a livello economico i figli disoccupati o i nipoti che vanno all’università.
Ma nello stesso tempo c’è anche da dire che sono tanti, forse troppi, i pensionati che, prendendo un assegno INPS di importo basso, fanno davvero fatica ad arrivare alla fine del mese. Detto questo, sebbene la pensione sia in genere una prestazione non solo vitalizia, ma anche reversibile, si possono verificare casi in corrispondenza dei quali l’erogazione della prestazione pensionistica viene sospesa e quindi bloccata. Così come ci sono casi in corrispondenza dei quali la pensione percepita può essere soggetta a pignoramento.
Chi può bloccare o pignorare la pensione INPS?
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Nel dettaglio, il blocco dell’erogazione della pensione INPS può essere disposto proprio dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale. Per esempio, nei mesi scorsi proprio l’INPS ha avviato una campagna di verifica dell’esistenza in vita per i pensionati all’estero.
Ha disposto il blocco dell’erogazione in caso di mancata adesione a questa campagna che ha previsto, nello specifico, l’inoltro all’INPS di un’apposita documentazione. Ed anche verifiche di esistenza in vita attraverso strumenti digitali come la videochiamata.
Inoltre, parlando di chi può bloccare o pignorare la pensione, l’erogazione in certi casi può essere sospesa per la mancata comunicazione dei dati reddituali. Ed anche quando nell’anno è maturato un reddito da lavoro superiore alla soglia dei 5.000 euro. Nella fattispecie, questo accade quando il lavoratore si è ritirato con la Quota 100.
Qual è il minimo vitale sotto il quale l’assegno INPS è impignorabile
Per quel che riguarda invece il pignoramento, la pensione è pignorabile se il pensionato ha dei debiti che non ha onorato. Ma il pignoramento può avvenire solo per la quota eccedente il cosiddetto minimo vitale. Il valore di esso è pari a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. Ma recentemente, con il DL Aiuti bis, il limite di impignorabilità delle pensioni è stato innalzato. Precisamente, portandolo a 1.000 euro.
A differenza dello stipendio, il minimo vitale sulle pensioni, ai sensi di legge, mira a permettere al pensionato su cui grava un pignoramento di continuare comunque ad avere un flusso di reddito. Ovverosia un reddito tale da poter sopravvivere. E quindi far fronte alle spese ed ai costi per i bisogni primari e per i mezzi di sussistenza.
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