Tutte le misure pensionistiche in vigore, nessuna esclusa, hanno dei requisiti prescritti da raggiungere per poter essere sfruttate dai lavoratori. Ci sono misure distaccate dai limiti di età che hanno nel requisito contributivo l’unico previsto. E poi ci sono quelle che hanno un doppio requisito, cioè quello anagrafico-contributivo. In ogni caso si tratta di requisiti minimi da centrare e cioè requisiti base. Inoltre in molti casi questi requisiti offrono una discreta flessibilità perché i lavoratori possono scegliere di sfruttarli piuttosto liberamente. Possono utilizzare una determinata misura una volta raggiunti i requisiti minimi o scegliere di proseguire a lavorare e sfruttare l’uscita in una fase successiva della loro vita lavorativa. Ecco quindi che c’è chi può andare in pensione a 64 anni nel 2023 con 32 di contributi.
L’anticipo pensionistico nel 2023 ma a requisiti completati prima
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Anche se qualcuno ipotizza un’altra proroga dell’APE sociale nel 2023, ad oggi la misura chiuderà i battenti il 31 dicembre prossimo. Ciò vuol dire che chi non ha completato i 63 anni di età e i requisiti contributivi previsti e differenti in base alla categoria entro dicembre 2022 non dovrebbe poter accedere alla misura l’anno prossimo. Ma questo non è il caso di chi si trova ad aver già completato tutti i requisiti nel 2022. In questo caso il pensionamento è assolutamente possibile anche nel 2023.
Chi può andare in pensione a 64 anni nel 2023 con 32 di contributi
C’è una categoria di lavoratori che dal primo gennaio scorso ha diritto ad un pensionamento con l’APE sociale e quindi a partire dai 63 anni di età con 32 anni di contributi versati. Infatti per quanto concerne l’APE sociale sono state introdotte alcune novità proprio dallo scorso gennaio. Novità che hanno esteso la platea dei beneficiari della misura e che hanno ridotto il requisito contributivo per determinate categorie. Una di queste categorie è quella dei lavoratori edili. Infatti per loro si è passati dai 36 anni di contributi versati previsti fino al 2021, ai 32 anni. E questa possibilità può essere sfruttata anche nel 2023 a prescindere che l’APE sociale resti in vigore per un altro anno o che venga cessata definitivamente.
Come andranno in pensione nel 2023 i lavoratori edili
Per il lavoro in edilizia è stata introdotta quindi una forma di tutela che permette ai lavoratori che oggettivamente svolgono una professione piuttosto logorante, di andare in pensione con qualche anno di anticipo. Naturalmente rispetto ai 67 anni della pensione di vecchiaia ordinaria. Un lavoratore edile nato fino al 1959 potrebbe sfruttare la misura anche nel 2023. Se al 31 dicembre prossimo si trova con 32 anni di contributi versati. Il requisito resta sempre lo stesso, perché occorre che tale professione sia stata svolta in sette degli ultimi dieci anni di lavoro oppure in sei degli ultimi sette anni di carriera.
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