Chi prende di più tra una pensione a 64 anni ed una a 62 anni

Chi prende di più tra una pensione

Per capire la convenienza ad una pensione un lavoratore deve considerare tante cose. Ci sono le regole di calcolo degli assegni previdenziali, i contributi versati, il montante contributivo e le retribuzioni. Un mix di fattori che possono determinare una maggiore o minore convenienza per uno piuttosto che per l’altro lavoratore.

Capire chi prende di più tra una pensione a 64 anni ed una a 62 anni, oppure tra una misura e l’altra, o ancora tra i 67 ed i 64 anni, è un esercizio azzardato da portare a compimento.

Capire la convenienza di andare in pensione prima o dopo

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Chi prende di più tra una pensione a 64 anni ed una a 62 anni con gli stessi contributi

Nel sistema retributivo il calcolo della pensione era basato sulle ultime retribuzioni, cioè quelle degli ultimi 5 anni di carriera. Nel sistema contributivo invece ciò che conta è il montante contributivo. Si tratta della somma di tutti i contributi versati da un lavoratore. Però ci sono lavoratori a cui il trattamento viene calcolato con il sistema misto, cioè con entrambi i metodi.  Regole e normative che rendono difficilmente quantificabili i vantaggi o gli svantaggi. Ed anche semplicemente capire chi prende di più tra una pensione anticipata ed una posticipata.

Alcuni meccanismi sulle uscite dal Mondo del lavoro però possono essere facilmente identificabili in modo tale da permettere di stabilire, anche se non con assoluta certezza, che a volte uscire più tardi dal Mondo del lavoro diventa più conveniente e viceversa. Un tipico esempio è la Quota 103. La nuova misura introdotta dal Governo Meloni in sostituzione della vecchia Quota 102, presenta una limitazione che può essere considerata determinante nel permettere di stabilire la convenienza all’uscita per un determinato lavoratore.

Andare in pensione con quota 103

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Ecco come arrivare a capire se conviene smettere di lavorare prima

Per esempio chi esce a 62 anni con la Quota 103, incorre in almeno tre particolari situazioni che possono finire con il determinare uno svantaggio in termini di assegno pensionistico. In primo luogo infatti ci sono da considerare i 5 anni in meno di contributi previdenziali versati uscendo a 62 anni e non continuando a lavorare fino ai 67 anni di età della pensione di vecchiaia ordinaria. Un altro fattore da considerare poi è quello dell’età di uscita. Il calcolo della pensione è basato su dei coefficienti di trasformazione dei contributi in pensione. E questi coefficienti sono più bassi se l’età di uscita dal mondo del lavoro è più bassa. Infine, c’è considerare il fatto che uscendo con la Quota 103, chi vuole arrotondare la propria pensione con un reddito lavoro, non potrà farlo a meno che non svolga lavoro autonomo occasionale fino a massimo 5.000 euro annui.

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