Gli esperti del nostro team vi diranno in due minuti se chi percepisce la pensione di reversibilità ha diritto alla pensione di vecchiaia. L’assegno pensionistico che il familiare superstite percepisce ogni mese si rivela spesso insufficiente e poco adeguato alle esigenze quotidiana. Ci si chiede pertanto se l’importo del trattamento previdenziale sia o meno cumulabile con quello della pensione di vecchiaia. Con il raggiungimento del requisito anagrafico di 67 anni e in presenza di 20 anni di contributi si matura difatti il diritto alla pensione di vecchiaia. Ma anche il percettore della pensione ai superstiti può richiedere e ottenere dall’INPS il trattamento previdenziale di vecchiaia?
Nell’articolo “I 3 motivi per cui si riduce la pensione di reversibilità” il lettore troverà informazioni utili relativi ai tagli che talvolta l’assegno mensile subisce. Ciò perché accade spesso che vi siano dei limiti specifici alla cumulabilità di benefici, agevolazioni economiche e bonus di varia natura. Adesso rispondiamo a quanti si chiedono se chi percepisce la pensione di reversibilità ha diritto alla pensione di vecchiaia.
Chi percepisce la pensione di reversibilità ha diritto alla pensione di vecchiaia?
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Anche chi riceve la pensione di reversibilità ha diritto al trattamento previdenziale di vecchiaia. I due assegni pensionistici sono cumulabili non appena il percettore dell’assegno ai superstiti compie 67 anni e possiede almeno 20 anni di contributi. Pur tuttavia l’importo che mensilmente l’INPS eroga subisce delle riduzioni se il beneficiario percepisce altri redditi. L’ammontare del rateo pensionistico si riduce secondo degli specifici parametri che fissano limiti di cumulabilità.
Ne consegue che la decurtazione della pensione di reversibilità dipende dall’entità degli altri redditi. Attingiamo informazioni dettagliate sulle tabelle di riduzione relative ai limiti di cumulabilità dall’articolo 1, comma 41 della Legge n. 335/1995. L’ammontare della pensione ai superstiti rimane invariato se chi la percepisce dichiara redditi inferiori alla soglia di 20.007,39 euro su base annuale.
In altri casi, la riduzione del 25% grava su chi percepisce redditi che superano 3 volte la pensione minima. Se il percettore di pensione invece dichiara di avere redditi superiori di 4 volte il trattamento minimo allora il taglio all’assegno sarà del 40%. Si arriva infine ad una riduzione del 50% del rateo pensionistico per i contribuenti che dichiarano redditi che superano di 5 volte la pensione minima.