E se l’acqua non fosse insapore? Se l’acqua in realtà avesse un sapore, al pari delle fragole, della cioccolata, della focaccia?
Ognuno ha la propria percezione di quale sia il sapore dell’acqua ma, sicuramente, la maggior parte, non saprebbe descriverne le caratteristiche. Eppure tutti sanno riconoscerla.
Questo grazie alle papille gustative, ovvero delle piccole strutture poste sulla lingua che permettono di riconoscere e distinguere i vari gusti. Salato, dolce, amaro, aspro sono quelli che tutti conoscono, i più famosi, ma la realtà è che ne esiste un altro. Ed è proprio quello dell’acqua. Oltre alla recente scoperta dell’umami. E chi pensa che l’acqua sia insapore non è consapevole di questo.
Un gusto in più
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I ricercatori del California Institute of Technology di Pasadena hanno cercato di spiegare come gli animali riescano a percepire e distinguere il sapore dell’acqua. Non è la prima ricerca sul tema, già studi precedenti avevano dimostrato la presenza di recettori dell’acqua sulla lingua di alcuni insetti e anfibi.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Nature Neuroscience” e la scoperta è molto interessante. Sulla lingua dei topi sono stati rilevati dei recettori in grado di distinguere l’acqua da liquidi diversi. Inoltre, come riportato da “La Repubblica”, studi recenti hanno dimostrato che esiste una zona della corteccia cerebrale che si attiva solo quando si beve dell’acqua.
In realtà, quindi, avrebbe un sapore specifico e chi pensa che l’acqua sia insapore non è consapevole di questo.
Gusto effettivo o memoria retroattiva?
Di fronte a questa teoria ci sono scuole di pensiero contrarie. C’è, infatti, chi sostiene che l’acqua non abbia un sapore specifico, ma che sia semplicemente il ricordo di quello che si è mangiato prima. Una sorta di meccanismo di memoria retroattiva che ingannerebbe i gusti avvertiti. L’idea di queste persone è che l’acqua assumerebbe un sapore simile a ciò che si è mangiato in precedenza.
Le conclusioni dello studio
È stato proprio per rispondere a questi quesiti che è nato lo studio sulla capacità dei topi di distinguere il sapore dell’acqua. E il dato interessante è che quando i topi bevevano acqua, ad attivarsi erano i loro recettori linguali solitamente adibiti al riconoscimento del gusto aspro.
Lo studio comprende anche stimolazioni di tipo ottico, ma in sostanza non si comprende come faccia l’acqua a stimolare gli stessi recettori del gusto aspro. Secondo i ricercatori, la spiegazione del fenomeno sarebbe legata al pH. Maggiori approfondimenti qui.