La raccolta delle castagne in molti posti si è conclusa da poco, in altri è ormai agli sgoccioli.
Ciò non toglie che, se conservato in un certo modo, è possibile degustare tutto l’anno frutto, nonostante sia tipicamente autunnale.
In un precedente articolo, infatti, oltre a svelare un’ottima ricetta per preparare un primo, abbiamo anche spiegato come conservare le castagne.
Alla base di tante ricette, quello in cui più vengono utilizzate, è sicuramente il settore dolciario.
Chi non prova questo dolce con le castagne non sa cosa si perde perché è davvero squisito
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Stiamo parlando di un dolce della tradizione natalizia campana, in particolare di Acerno.
Questa prelibatezza , dalla forma tondeggiante e i bordi irregolari, è fatta da una sfoglia farcita con un ripieno a base di castagne. Ad Acerno la chiamano “pasticella” ma in altre parti della Campania viene definita anche “calzoncello”.
Essendo una vera goduria, chi non prova questo dolce con le castagne non sa cosa si perde perché è davvero squisito.
Vediamo cosa occorre per preparare circa 30 pasticelle
Per preparare la sfoglia, da fare almeno un paio di ore prima, dobbiamo avere in casa:
- 500 grammi di farina 00;
- 100 grammi di sugna;
- 100 grammi di zucchero;
- 1 uovo;
- 1 bicchiere di vino bianco;
- La buccia di un limone grattugiata.
Impastiamo e una volta ottenuta la sfoglia la lasciamo riposare in frigo.
Questi invece gli ingredienti per il ripieno:
- 500 grammi di castagne pesate da crude e private della buccia più dura;
- 400 grammi di cioccolato fondente;
- 150 grammi di zucchero;
- Liquore anice q.b.;
- 2 bustine di vanillina;
- 10 caffè.
Per friggere invece occorre l’olio di semi di girasole.
Il primo passaggio da fare è lessare le castagne, privarle della buccia e schiacciarle, mettendo da parte la purea ottenuta.
A questo punto, prepariamo l’equivalente di 10 caffè, li versiamo in una ciotola e facciamo sciogliere all’interno il cioccolato. Andiamo a versare il cioccolato sciolto nella ciotola contenente la purea di castagne e aggiungiamo piano piano gli altri ingredienti fino ad ottenere una crema.
Il composto dovrà risultare molto morbido ma non liquido.
Fatto questo stendiamo la sfoglia e ci ricaviamo dei dischi. Per fare ciò ci possiamo aiutare con un bicchiere. Aggiungiamo sulla stessa un cucchiaio di ripieno e poi sopra un altro dischetto di sfoglia.
Aiutandoci con le mani dobbiamo fare aderire bene le due sfoglie.
Nella tradizione Acernese i bordi delle pasticelle vengono tagliati in un modo specifico.
Servendosi di un coltello a punta, si incidono, infatti, i bordi dei dischi, ottenendo così delle linguette regolari. A questo punto una la ripieghiamo su sé stessa e l’altra no, fino ad esaurimento.
Per chi non conosce questa tecnica, nulla vieta di utilizzare un solo pezzo di sfoglia, da chiudere poi su un lato, tipo calzone.
A questo punto non resta che friggerle in olio di semi di girasole. A fine cottura e dopo averle fatte raffreddare aggiungiamo sopra o lo zucchero a velo, o il miele.
L’ideale è consumare il dolce nell’arco di 2-3 giorni. Sarà una goduria per tutti.
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