Ci sono misure e prestazioni tanto previdenziali che assistenziali che molti contribuenti non sanno nemmeno di poter percepire. Tanti quelli che commettono errori che possono portare a concrete perdite di denaro. Le normative vigenti però mettono in luce il fatto che è anche sbagliando, il tempo per recuperare c’è. Per esempio se l’errore ha portato alla perdita di una prestazione dell’INPS, i contribuenti hanno 5 anni di tempo per intervenire.
Chi non presenta richiesta all’Istituto previdenziale entro dicembre potrebbe perdere dei soldi. L’assegno unico e universale sui figli a carico ha sostituito gli assegni per il nucleo familiare erogati dall’INPS ai lavoratori dipendenti. Ed ha cancellato le detrazioni. Nonostante il nome sia differente, ed anche se l’assegno unico riguarda sostanzialmente i figli, le persone che rientrano nel perimetro di questa novità, hanno perduto anche l’assegno per il coniuge a carico. Va ricordato che un coniuge è a carico quando ha dei redditi propri non superiori al 2840,51 euro.
Chi non presenta richiesta all’INPS entro dicembre rischia di perdere gli arretrati del 2017 degli ANF del coniuge
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A prescindere dal nuovo assegno unico, chi non ha percepito gli ANF per il coniuge a carico negli anni precedenti, adesso può richiederli a partire dal 2017. Infatti si possono recuperare gli arretrati di 5 anni. Non sono pochi lavoratori che non hanno preso gli assegni familiari in questi anni sul loro coniuge solo perché quest’ultimo lavorava. Ciò che va sottolineato è che un piccolo lavoretto part-time, oppure un lavoro stagionale di qualche mese, e qualsiasi altro lavoro che non produce grossi redditi, far restare a carico il proprio coniuge. Questo vale anche oggi per chi perde il diritto all’assegno unico o non ha diritto alla nuova misura.
Occhio alla scadenza del 31 dicembre, si perdono arretrati
Per godere degli ANF per i familiari a carico, in questo caso per il coniuge a carico, quest’ultimo deve avere un reddito dell’anno di riferimento inferiore a 2.840,51. Per il calcolo il punto di partenza è il reddito complessivo compresi quelli derivanti dalla cedolare secca nei contratti di locazione. Ci sono inoltre eventuali redditi di impresa per le retribuzioni di varia natura erogate da enti anche esteri. Quindi, se il coniuge negli ultimi cinque anni pur lavorando ha avuto un reddito più basso di quella soglia, può essere considerato come soggetto a carico e quindi si possono andare a richiedere all’INPS in arretrato dal 2017 gli ANF.
Quindi, chi non presenta richiesta entro la fine del 2022, rischia di perdere l’anno 2017. Essendo di 5 anni il termine ultimo per richiedere gli arretrati, la data da tenere in considerazione è il 31 dicembre dell’anno a cui si fa riferimento per gli ANF non percepiti. Controllare eventualmente il reddito del coniuge nell’anno di riferimento può essere importante. Anche perché non sempre il solo fatto che la moglie lavora, fa perdere il diritto alla corresponsione dell’assegno. Approfondire l’analisi dei redditi della moglie è fondamentale. Una moglie che nel 2017 ha lavorato per tre mesi come commessa per esempio, ad 800 euro al mese, se non ha altri redditi è da considerare a carico. Un errore è stato non chiedere gli assegni. Errore recuperabile se si presenta istanza all’INPS.
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