Il conto corrente è uno strumento sempre più indispensabile per la gestione delle proprie finanze. Dal conto corrente devono infatti transitare gli accrediti di stipendi ed altre spettanze da lavoro. Un numero di conto è anche necessario per ricevere i sussidi pubblici come la NASPI o i redditi di cittadinanza e di emergenza.
Dall’IBAN partono anche i bonifici, i pagamenti dei modelli F24 per il Fisco e gli addebiti automatici per saldare bollette o rate di prestiti e mutui. Inoltre, il conto corrente serve anche a gestire i propri investimenti e a pagare le relative imposte. L’Erario, infatti, monitora i conti correnti e le relative giacenze per conteggiare le tasse dovute dai correntisti. Sappiamo infatti, che la normativa prevede l’imposizione di bolli fiscali sui conti che superano determinate giacenze. In questo articolo vogliamo invece rispondere ad una domanda frequente: chi non ha soldi sul conto corrente deve comunque pagarci le tasse?
Tasso no ma tasse sì
Indice dei contenuti
Il D.P.R. 642/1972 disciplina l’imposta di bollo. Ossia un’imposizione indiretta applicata dall’Agenzia delle Entrate in diversi ambiti, tra cui i conti correnti. L’imposta non colpisce i guadagni derivanti da un tasso di interesse attivo ma la sola giacenza. I cittadini che superano il saldo medio di 5.000 euro devono infatti pagare un’imposta di bollo di 34,20 euro. Anche se il conto non frutta alcun interesse. Per le persone giuridiche titolari di conto corrente, come le imprese, l’imposta sale a 100 euro.
Sono le banche ad effettuare i conteggi ed addebitare quanto dovuto allo Stato. A loro discrezione, la trattenuta può avvenire trimestralmente o una volta l’anno. In aggiunta, sugli investimenti, i cittadini devono pagare un’ulteriore imposta dello 0,2% del saldo come previsto dal D.L. 16/2012. Insomma, chi detiene importi superiori a 5.000 euro sul conto deve versare un obolo allo Stato. Ma chi non ha soldi sul conto corrente deve comunque pagarci le tasse?
Chi non ha soldi sul conto corrente deve comunque pagarci le tasse?
I correntisti che non arrivano al saldo medio di 5.000 euro non dovranno nulla allo Stato a titolo di imposta di bollo. Chi, invece, superasse questo limite solo per alcuni trimestri, potrebbe dover pagare una somma inferiore, pari a 8,55 euro a trimestre. Ad esempio, chi superasse la soglia di 5.000 euro per sei mesi in un anno, dovrà pagare 17,10 euro di bolli.
Chi invece, avesse un saldo negativo di conto corrente dovrà far attenzione a non confondere il tasso passivo con le imposte. La banca applicherà infatti dei costi sul fido concesso ma non addebiterà alcuna trattenuta a titolo di imposta di bollo. Insomma, chi ha un conto corrente con meno di 5.000 euro non deve temere alcuna trattenuta. Si fanno però sempre più insistenti le voci di una possibile patrimoniale proprio sui conti correnti. Abbiamo trattato questa tematica in un recente approfondimento.