Molte famiglie italiane hanno dovuto richiedere il reddito di cittadinanza perché chi provvedeva al sostentamento non ha più lavorato a causa del coronavirus. Chi invece non ha mai lavorato anche prima dello scoppio della pandemia ha diritto al sussidio governativo? Può accedere al godimento dell’assegno che l’Inps eroga dal momento che appartiene ad una fascia reddituale bassa? Possedendo il requisito di residenza e di non occupazione e presentando un Isee che attesti la modestia dei redditi percepiti può inoltrare domanda?
I dubbi degli aspiranti percettori sorgono dalla confusione che ingenera la dicitura presente nei requisiti richiesti. Si legge difatti che fra i beneficiari dell’ammortizzatore economico rientrano i contribuenti che versano in condizione di disoccupazione, di disoccupazione parziale o non occupazione.
Ed è proprio in riferimento alla non occupazione che si insinua la perplessità. Perché di fatto ci si chiede se chi non ha mai lavorato può richiedere il reddito di cittadinanza. O se l’erogazione dell’assegno mensile spetta unicamente al contribuente che non ha più occupazione lavorativa. A sciogliere qualunque titubanza e difficoltà interpretativa è intervenuto uno degli innumerevoli emendati al Decreto relativo al reddito e alla pensione di cittadinanza.
Chi non ha mai lavorato può richiedere il reddito di cittadinanza?
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Numerosissime le richieste di modifica alla normativa sul reddito di cittadinanza che lo scorso anno hanno raggiunto la Commissione Lavoro del Senato. La provenienza degli emendamenti è riconducibile per lo più al M5S e alla Lega che hanno premuto per circoscrivere la platea dei destinatari del sussidio.
Nello specifico, la Lega ha proposto che venisse escluso a priori dai beneficiari dell’assegno Inps i contribuenti che non hanno versato tasse e contributi. E di fatto, secondo gli emendamenti al decreto, al comma 1, 4-bis dell’art. 27 si legge che “almeno uno dei componenti che abbia corrisposto nei 10 anni precedenti imposte e contributi da lavoro, in un qualsiasi importo e per almeno 24 mesi, anche non continuativi”.
Ciò equivale a dire che solo chi ha lavorato per almeno 2 anni anche se non consecutivi ha diritto al reddito di cittadinanza.