Una dieta a basso indice glicemico (IG) ci aiuta a controllare il peso. Riduce al minimo i picchi di zucchero nel sangue e i livelli di insulina. Questo è particolarmente importante per chi ha il diabete di tipo 2 o se è nelle condizioni di poterlo sviluppare. Le diete a basso IG riducono anche i rischi di cancro, malattie cardiache e altre condizioni. Possiamo quindi considerare la scelta di una dieta a basso IG una buona scelta per la nostra salute, in ogni caso.
L’indice glicemico rivela quanto velocemente ogni alimento a base di carboidrati influisce sul livello di zucchero nel sangue (glucosio) quando quel cibo viene mangiato da solo. Gli alimenti che vengono scomposti rapidamente dal corpo causano un rapido aumento della glicemia e hanno un alto IG. Tra gli alimenti con un alto IG abbiamo la pasta. Ma chi l’avrebbe detto che la pasta cucinata in questo modo abbassa l’indice glicemico.
Non è soltanto questione di indice glicemico
L’uso del solo indice glicemico per decidere se gli alimenti o le combinazioni di alimenti sono salutari può essere fuorviante. Non tutti gli alimenti con un IG alto sono necessariamente malsani e non tutti gli alimenti con un IG basso sono sani. Ad esempio, l’anguria ha un IG più alto di una torta al cioccolato. Inoltre, gli alimenti che contengono o sono cucinati con grassi e proteine rallentano l’assorbimento dei carboidrati, abbassandone l’IG. Ad esempio, le patatine hanno un IG inferiore rispetto alle patate cotte senza grassi. Tuttavia, le patatine sono ricche di grassi. Fare affidamento solo sull’IG, quindi, non è un modo affidabile per decidere cosa mangiare.
Chi l’avrebbe detto che la pasta cucinata in questo modo abbassa l’indice glicemico
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La pasta è un alimento che non manca nella dieta mediterranea. Ha un alto IG (non è l’alimento col più alto IG che abbiamo in tavola), ma questo non significa che dobbiamo necessariamente eliminarla dalla nostra dieta. Infatti, possiamo abbassare il suo IG con un piccolo trucco e mangiarla senza pesi sulla coscienza.
Riscaldare la pasta
Uno studio scientifico ha rilevato che l’amido, quando la pasta si raffredda dopo la cottura, è meno digeribile per gli enzimi nello stomaco. Si trasforma così nel cosiddetto “amido resistente”. Quando riscaldiamo la pasta, la quantità di amido resistente aumenta e si abbassa l’indice glicemico. Per abbassare l’IG della pasta, quindi, bastano questi passaggi termici: caldo, freddo e riscaldato. Sarebbe buona abitudine allora prima preparare la pasta, poi lasciarla raffreddare, e dopo riscaldarla in padella per consumarla.
Un consiglio. Quando ripassiamo la pasta in padella, aggiungiamo un cucchiaio di olio e scaldiamo a 40 °C. È la giusta temperatura per lasciare i principi attivi inalterati e non friggere. Naturalmente, un occhio sempre alla quantità di pasta cucinata. La parola chiave è moderazione.