È quantomai frequente che una famiglia o un contribuente sottoscriva un mutuo per l’acquisto di una casa o di un immobile in generale. Tale forma di prestito, però, potrebbe far scattare una serie di accertamenti in alcune specifiche condizioni. Chi ha un mutuo rischia pesanti controlli dell’Agenzia delle Entrate in questi casi che vi analizzano gli Esperti di ProiezionidiBorsa ai propri Lettori.
In che modo si fissa la rata mensile da pagare?
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Come si stabilisce la rata del mutuo che un contribuente può sostenere e pagare fino all’ultimo centesimo? Quali sono i parametri che l’istituto di credito valuta e sulla base dei quali illustra un possibile piano di ammortamento? L’importo della rata mensile si basa sulla capacità contributiva che il soggetto può sostenere evitando collassi economici o il mancato pagamento degli importi. Ciò significa che se un contribuente percepisce uno stipendio mensile di 1.200 euro, sarà difficile che ottenga il pagamento della rata mensile da 900 euro. Ciò perché, come logico, tale importo impedirebbe allo stesso di affrontare le altre spese di vita. Questo aspetto è molto importante per capire quando chi ha un mutuo rischia pesanti controlli dell’Agenzia delle Entrate in questi casi che vi indichiamo.
Chi ha un mutuo rischia pesanti controlli dell’Agenzia delle Entrate in questi casi: ultime novità dalla Cassazione
L’Agenzia delle Entrate, per mezzo dell’accertamento sintetico, non tralascia certamente di verificare anche gli importi delle rate del mutuo che il contribuente paga. La recente ordinanza della Cassazione civile n. 15896 ha riconfermato il pieno diritto dell’Ente su tali controlli sostenendo che: chi paga una rata sproporzionata rispetto allo stipendio, potrà subire un accertamento fiscale. In questo caso entra in gioco un ulteriore strumento di cui dispone l’AdE che è il Redditometro. Quando il contribuente sottoscrive un mutuo, una parte del proprio stipendio servirà per le restanti spese mensili. Nel caso in cui tali spese superassero la portata mensile massima, che succede? Ebbene, è proprio in questi casi che scattano i poderosi accertamenti fiscali.
Nella recente ordinanza, infatti, la Cassazione ha stabilito che: gli avvisi di accertamento si ritengono legittimi ai sensi dell’art. 38, commi 4 e 6, del D.P.R. n. 600 del 29 settembre 1973. In questi casi, sarà compito del contribuente dimostrare la prova contraria, come ad esempio la donazione di denaro da parte del familiare. Attenti, però, anche alle donazioni. Queste è consigliabile che si eseguano sempre per vie tracciabili. In tal senso, può risultare utile approfondire la procedura da seguire per regalare soldi rispettando le leggi fiscali.