L’avanzare dell’età è quella cosa tanto normale quanto spaventosa per la maggior parte delle persone adulte.
Da bambini non vedevamo l’ora di crescere e di fare le cose “da grandi”. Guardavamo i ragazzi maggiorenni e sognavamo la loro vita, desideravamo uscire e avere la libertà che ancora non conoscevamo.
Poi sono arrivati i 18 anni, i 25 e ancora i 30. Ed ecco che a quel punto le cose son cambiate. Sono apparsi i primi acciacchi e le responsabilità da adulti non hanno tardato a farsi sentire. A quel punto, sono sorti anche i primi problemi di ansia, di sonno e di malessere generale. Anche se da ragazzini eravamo dei gran dormiglioni, a partire da una certa età le cose potrebbero letteralmente sconvolgersi. E così, ci ritroviamo svegli alle 5 del mattino senza sapere come riaddormentarci. Purtroppo il poco sonno è un grande nemico della salute, cerchiamo di capire perché.
L’importanza del sonno ristoratore
Indice dei contenuti
Durante il sonno, l’organismo espelle le tossine presenti nel cervello, prevenendo così l’insorgere di malattie neurodegenerative.
Oggi, però, vogliamo concentrarci non sul sonno generale, bensì sulla sua importanza in una specifica fase della vita. Difatti, chi ha tra i 50 e i 60 anni dovrebbe leggere questo articolo per scongiurare un grave problema con l’avanzare dell’età.
La rivista scientifica Nature Communications ha condotto uno studio sul legame tra il sonno ridotto e l’età anagrafica. Si è dimostrato che i 50/60enni che dormono poco corrono maggiori rischi di sviluppare l’Alzheimer durante la vecchiaia. Per “dormire poco” si intende per i ricercatori meno di sei ore a notte.
Lo studio, basato su un campione di 8.000 persone, evidenzia che coloro che dormono poco hanno sviluppato un rischio superiore del 30% di sviluppare l’Alzheimer. Il paragone è fatto, ovviamente, con chi invece dorme tra le sei e le sette ore a notte.
Chi ha tra i 50 e i 60 anni dovrebbe leggere questo articolo per scongiurare un grave problema con l’avanzare dell’età
Gli studiosi hanno precisato che bisogna guardare non tanto sul dato quantitativo (quanto si dorme), ma su quello qualitativo. Difatti, ciò a cui bisogna guardare è la fase del sonno profondo, detta anche stadio 3 non-Rem. È proprio durante questo stadio che il sistema glinfatico, quello che pulisce il cervello dalle tossine, funziona meglio.
Ecco quindi che si ha un’ulteriore conferma di quanto sia importante il sonno per il nostro benessere presente e soprattutto futuro.