Con l’avanzare dell’età o in seguito a particolari eventi della vita è possibile che alcune persone sperimentino una sensibile riduzione dell’udito. Questo fenomeno talvolta può descrivere non solo una problematica clinica ma una vera e propria situazione di disagio nell’interazione sociale e comunicativa. In simili circostanze lo Stato garantisce delle tutele sul piano sanitario ed economico che forse non tutti conoscono. Difatti, chi ha problemi d’udito può ricevere quest’agevolazione fiscale che di seguito illustriamo nel dettaglio e che consente un notevole risparmio.
Quali agevolazioni si riconoscono alle persone che presentano questo deficit
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La riduzione delle capacità di sentire suoni e rumori spesso determina situazioni piuttosto invalidanti per le persone che sperimentano una simile condizione. In simili circostanze l’INPS assicura delle tutele economiche che molti contribuenti possono ricevere presentando opportuna domanda. Un esempio è l’indennità di comunicazione INPS. Si tratta di un assegno pari a 260,76 euro mensili che l’Istituto di Previdenza Sociale riconosce ai soggetti affetti da sordità o grave ipoacusia. In un precedente articolo abbiamo spiegato come si ottiene l’indennità di comunicazione sia per soggetti minorenni che maggiorenni.
In talune circostanze, ricordiamo che l’indennità di comunicazione è cumulabile anche con un ulteriore sussidio INPS. Si tratta dell’assegno di accompagnamento che nel 2022 ha subito un lieve aumento rispetto allo scorso anno. Relativamente ai casi di grave ipoacusia, è possibile prendere in considerazione un’ulteriore beneficio che ha carattere fiscale.
Chi ha problemi d’udito può ricevere quest’agevolazione fiscale dall’Agenzia delle Entrate e risparmiare sulle spese
Una delle spese più onerose per un soggetto affetto da ipoacusia riguarda l’acquisto dell’apparecchio per l’udito. Si tratta di vere e proprie protesi che servono a migliorare la condizione uditiva della persona che li indossa e dunque a ridurre la difficoltà clinica. L’acquisto di simili apparecchi spesso comporta l’esborso di somme piuttosto ragguardevoli che possono raggiungere anche diverse migliaia di euro.
Un aspetto da non trascurare, in simili circostanze, è la detraibilità di cui tali apparecchi dispongono in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi. Simili apparecchi possono rientrare a pieno titolo nell’elenco dei dispositivi medici che godono della detrazione IRPEF pari al 19% sulla spesa che eccede la franchigia. Questo è quanto indica la circolare 19/E 2021 dell’Agenzia delle Entrate relativamente al decreto legislativo n. 46/1997. Presentando opportuna documentazione, dunque, è possibile portare in detrazione la spesa di acquisto di un simile apparecchio nel modello 730/2022.
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