La pazienza è la virtù dei forti, anche quando si tratta di gestire i sudati risparmi. Avere un portafoglio pieno di strumenti di investimento redditizi è la chiave del successo tra chi guadagna tanto e chi no. Le occasioni capitano sempre e a tutti, basta solo sapere attendere e saperle cogliere seguendo diverse strategie.
Nel secolo scorso i prodotti di investimento dello Stato garantivano ricchi guadagni a lungo termine. I rendimenti erano robusti perché adeguati all’inflazione. Poi il carovita si è sgonfiato e i risparmiatori in buoni fruttiferi e BTP hanno visto il capitale raddoppiato o giù di lì.
Quando conviene investire maggiormente nei titoli di Stato?
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Molti risparmiatori amano investire in titoli di Stato per più motivi.
Danno la certezza del capitale a scadenza, hanno una tassazione agevolata (12,50%) e sono esenti dall’imposta di successione. Sono perfetti per chi cerca un parcheggio di medio-lungo termine e staccano una cedola semestrale nota in partenza. L’interesse è fisso o variabile come per il BTP Italia o crescente come nel BTP Futura.
Tuttavia, il BTP non è il prodotto sempre vincente e/o per tutte le stagioni. Primo, perché bisogna sempre diversificare il portafoglio. Secondo perché di norma l’affare sui BTP si fa quando tassi e/o spread e/o inflazione sono ai massimi e si prevede una loro discesa.
Non conosciamo esattamente le dinamiche future di questi 3 elementi. Sappiamo però che i mercati spesso si muovono in anticipo rispetto alle dinamiche a venire. In più abbiamo il vago sospetto che chi ha messo le mani sul ricco BTP 5% potrebbe non pentirsi della scelta fatta. Vediamo di capire di quale bond si tratta e perché.
Qual è il BTP con cedola al 5%?
Il bond citato è il BTP 5% (4,375% netto) 1° settembre 2040 con codice ISIN IT0004532559. Il Tesoro lo ha emesso nel settembre 2009 per un ammontare pari a 22,152 miliardi di euro. Le date di stacco cedola sono invece quelle del 1° settembre e 1° marzo, fino a scadenza.
Ora, venerdì il bond ha chiuso le contrattazioni al prezzo di 114,16 centesimi. A questi prezzi, dunque, il rendimento effettivo netto annuo è del 3,407%.
Chi ha messo le mani sul ricco BTP 5% è probabile che in futuro non si pentirà della scelta fatta
Tuttavia, chi avesse investito sul bond intorno al 15 di ottobre forse potrebbe ritenersi molto fortunato. In quei giorni il prezzo ha scambiato tra 101,16 e 104 centesimi, cioè ha offerto un rendimento medio effettivo netto intorno al 4,20%. Niente male, se si ipotizza che l’inflazione target di lungo periodo della BCE è del 2%.
Infine (o soprattutto?) c’è il potenziale guadagno legato al movimento dei prezzi. Da allora ad oggi, in soli 45 giorni il BTP è risalito di circa il 10%. Continuerà a salire (a inizio 2021 sfiorò 169 centesimi) o riprenderà a scendere (nel novembre 2011 toccò i 69 centesimi)?
Non è dato saperlo, ma forse poco importa (per chi ha un’adeguata propensione al rischio). Il bond ha dalla sua parte due jolly potenti: primo la cedola, secondo la durata (poco meno di 18 anni di vita residua) è abbastanza lontana. Tradotto, il giorno in cui il mercato deciderà di premiare i bond i titolari di questo BTP potrebbero essere più felici degli altri.