Chi ha investito dall’inizio 10.000 euro in questo BTP tra 1 anno avrà guadagnato il 50%

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Il risultato finale di un investimento di medio-lungo termine è il frutto di molteplici fattori. Tra questi, anche il c.d. “timing”, ossia il momento in cui si acquista uno strumento, ha la sua importanza. Stiamo parlando dei BTP.

Con riferimento ai titoli di Stato, dimostriamo come, al verificarsi di alcune circostanze, si ottengono rendimenti interessanti. Prendiamo ad esempio il BTP con codice ISIN IT0004801541: chi ha investito dall’inizio 10.000 euro in questo BTP tra 1 anno avrà guadagnato il 50% circa. Ovviamente le stesse performance valgono anche per chi ha investito 1.000 euro o 1 milione di euro. Vediamo di capirne di più.

Breve scheda tecnica del bond

Si tratta di un BTP decennale emesso il 1° marzo del 2012 e la scadenza è prevista per il 1° settembre 2022, tra un anno dunque. L’ammontare emesso del titolo è stato pari a circa 19,6 miliardi di euro.

Il BTP riconosce una cedola lorda annua del 5,50% (4,8125% netto) liquidata ogni 6 mesi, esattamente il 1° marzo e 1° settembre di ogni anno (fino a scadenza).

Al momento, il titolo scambia sul mercato secondario (il MOT) a circa 105,92 centesimi, per un rendimento effettivo a scadenza netto pari al –1,15%.

Il flusso cedolare nel corso del decennio

Poniamoci nei panni del signor Rossi, che nel marzo 2012 ha deciso di investire 10mila euro in questo strumento e di tenerlo fino al termine.

Considerando l’intero flusso cedolare, tra 12 mesi egli avrà guadagnato all’incirca 5.050 euro, al netto della ritenuta fiscale del 12,50%. Per ragioni di semplicità non consideriamo le commissioni bancarie e l’inflazione.

Ad ogni modo, il risultato è lusinghiero: con un tasso del 5,50% lordo, basterebbero 18 anni e 2 mesi per raddoppiare il capitale investito.

Le recenti emissioni obbligazionarie, invece, sono assai distanti da quei rendimenti. Ad esempio il BTP Futura 2030 è un decennale (c.d. retail) con cedola media lorda ponderata dell’1,285% (al netto del premio fedeltà). In questo caso servirebbero circa 88 anni per raddoppiare il capitale di partenza.

Chi ha investito dall’inizio 10.000 euro in questo BTP tra 1 anno avrà guadagnato il 50% circa

I manuali di finanza insegnano che l’affare sul reddito fisso si realizza quando sul mercato ci sono precise condizioni. L’inflazione e/o lo spread sono ai loro massimi di periodo e gli operatori li attendono in discesa da lì a breve. Inoltre, anche quando i tassi della Banca Centrale sono “alti” rispetto a quelli medi di lungo periodo.

In pratica nel 2012 c’erano tutte e tre queste condizioni quando fu emesso il BTP 5,50%–settembre 2022. In piccola parte, queste condizioni si sono avute anche quando fu emesso quest’altro BTP a giugno 2020.

Oggi invece lo spread viaggia in area 103, i tassi BCE sono pari a zero e l’inflazione poco sopra il 2%. Insomma, il contesto “perfetto” per investire a rendimenti risicati (circa lo 0,68% sui 10 anni,) mentre l‘inflazione è sostenuta.

Per il piccolo risparmiatore, la strada del tasso fisso e a garanzia dello Stato si presenta ricca di insidie. L’unica speranza, infatti, è in un rientro repentino dell’inflazione. Ciò, tuttavia, vorrebbe dire che la crescita economica è destinata a sgonfiarsi: al momento sembra uno scenario improbabile.

La soluzione, in definitiva, sta nella diversificazione degli investimenti, unita a un altro elemento: il tempo. Per contenere gli ingenti danni dell’inflazione, infatti, occorre diversificare e ragionare in ottica di medio-lungo termine.

Approfondimento

La scimmia che compra e mantiene guadagna sempre sui mercati.

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