Chi ha il colesterolo alto può mangiare le cozze e quante di preciso?

cozze

Siamo nel cuore delle ferie e dell’estate 2021 e sulle tavole degli italiani abbondano i prodotti ittici. Dagli antipasti ai primi, dalle grigliate ai secondi piatti, deliziano il palato e apportano tanti sani nutrienti.

Abbiamo già visto come questi 9 accorgimenti a tavola possano contribuire drasticamente ad abbassare colesterolo e trigliceridi. In questa sede, invece, ci chiediamo in particolare se chi ha il colesterolo alto può mangiare le cozze e quante di preciso?

I macronutrienti della cozza

Vediamo anzitutto quali sono i macronutrienti di questo particolare frutto di mare, seguendo, al riguardo, i dati del CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria). La ripartizione energetica (86 calorie ogni 100 gr) del mitilo è fatta di proteine (56%), lipidi (29%) e carboidrati (15%).

Troviamo essenzialmente (valore per 100 gr) acqua (82,1 gr), energia (84 kcal), proteine (11,7 gr). Ma sono presenti anche lipidi (2,7 gr) e colesterolo, il cui valore varia tra i 28 e 65 mg.

Con riferimento ai minerali, 100 gr di cozze contengono in media sodio (290 mg), potassio (320 mg), calcio (88 mg), magnesio (44 mg). Ma troviamo anche fosforo (236 mg), selenio (49 mg), ferro (5,8 mg), zinco (2,2 mg) e rame (1,2 mg).

Infine sono presenti (valori per 100 gr di prodotto) la vitamina A (retinolo; 54 mg) e la niacina (1,6 mg).

La componente degli acidi grassi (valori per 100 gr)

Il profilo lipidico delle cozze è equamente ripartito tra grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi. Infatti, su un valore di 100 gr abbiamo il 30,9% di acidi grassi saturi, il 36,46% di acidi monoinsaturi e il resto acidi grassi polinsaturi.

Tra gli acidi grassi saturi, troviamo principalmente acido palmitico e acido stearico. Invece tra quelli monoinsaturi abbiamo gli acidi eicosenoico, oleico, palmitoleico ed erucico.

Infine tra gli acidi grassi polinsaturi vi sono principalmente l’acido eicosapentenoico, l’acido arachidonico e quello docosaesenoico.

Chi ha il colesterolo alto può mangiare le cozze e quante di preciso?

Dall’esposizione dei macronutrienti, si evince chiaramente l’importanza delle cozze nel loro apporto di minerali. Si pensi in particolare a fosforo, potassio, ferro e selenio, utili a superare eventuali stati di affaticamento.

Il selenio, ad esempio, agisce come antiossidante e migliora il buon funzionamento del sistema immunitario. Invece il loro notevole apporto di ferro rende le cozze un cibo adatto a chi soffre di anemia. Il fosforo infine è un elemento fondamentale per la buona salute di denti e ossa.

Tuttavia, questi mitili sono ricchi anche di sodio e colesterolo, quindi il loro consumo sarebbe da limitare (o eliminare) da parte di chi ha problemi cardiovascolari. Ad esempio, la possibile elevata quantità di sodio li rende un alimento sconsigliato in una dieta contro l’ipertensione.

Allo stesso modo, chi soffre di colesterolo alto dovrebbe tassativamente evitare di eccedere nel consumo.

Ad ogni modo, si consiglia vivamente l’interpello del proprio medico di famiglia prima di qualunque decisione personale. Così facendo si può calibrare meglio l’eventuale consumo dell’alimento all’interno della propria dieta, anche in base alla propria anamnesi.

Approfondimento

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