Chi ha comprato il BTP Futura 2028 ha fatto l’affare del secolo e quanto porterà a casa?
Dopo la campagna promozionale delle settimane scorse e i giorni del collocamento, per il BTP Futura sono giunti i giorni della “messa in produzione”. Ossia quelli per cui l’obbligazione inizierà a produrre interessi a favore dei sottoscrittori.
Ma chi ha comprato il BTP Futura 2028 ha fatto l’affare del secolo? E quanto porterà a casa concretamente? Procediamo con ordine.
Il saldo finale della settimana scorsa: due soggetti scontenti
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Venerdì sera il Tesoro, ossia il soggetto emittente, ha comunicato di aver raccolto 5,71 miliardi di euro. A luglio, alla prima emissione di tale bond, il saldo finale raggiunse i 6,13 miliardi. I tassi dell’emissione estiva erano del resto più interessanti rispetto al BTP della scorsa settimana. Sia pure a fronte di una scadenza leggermente maggiore (dieci anni di durata di luglio contro gli otto dell’emissione di novembre).
Insomma, se da un lato non si può certo dire “tanto rumore per nulla”, dall’altro neanche si può affermare che l’ultima emissione sia stata un successone. Una via di mezzo, che alla fine, probabilmente, non soddisfa né il cittadino risparmiatore né il MEF. E vediamo di capire perché.
Il MEF e il tentativo di attrarre i risparmiatori retail
Se l’intento del MEF era quello di legare buona parte del nuovo debito alle tasche dei piccoli risparmiatori retail, la cosa non è riuscita. È risaputo che molti piccoli risparmiatori sono dei cassettisti, ossia comprano e portano a scadenza. Quindi, sono poco sensibili alle dinamiche dello spread, o a eventuali turbolenze sul mercato obbligazionario. Un aiuto indiretto al MEF; ma 5,71 miliardi di euro di raccolta non sono affatto la chiave di volta.
Per tutto il 2020, infatti, si prevede che il Ministero del Tesoro emetterà all’incirca 500 miliardi di nuovi titoli di Stato. Al cospetto di queste cifre, la raccolta appena conclusa rappresenta la classica goccia nell’oceano.
O, detta diversamente, ci vorrebbero ben 6,3 emissioni di BTP Futura come quella appena chiusa per finanziare l’intera somma del MES.
Ossia: 36 miliardi di euro del MES: 5,71 miliardi di raccolta BTP Futura 2028 = 6,3047 emissioni, appunto.
Quanto porta a casa il piccolo risparmiatore?
Non altrettanto esaltante può dirsi la situazione dal punto di vista del piccolo risparmiatore. Il tasso medio ponderato annuo del bond oscillerà, a scadenza, tra il minimo dello 0,73% lordo e il massimo dello 0,98% (in quest’articolo tutti i dettagli del prodotto).
Per chi ha affidato i suoi risparmi a tale prodotto, la sfida maggiore è certamente quella della protezione dall’inflazione. La figura sottostante illustra la distribuzione delle aspettative del tasso di inflazione al consumo. Essa è tratta da una recente indagine condotta dalla Banca d’Italia (qui il link del documento). L’Istituto ha sondato il giudizio di un campione di imprese con almeno cinquanta addetti, in merito all’inflazione attesa. In sintesi, le imprese si aspettano che l’inflazione a sei mesi si attesterà allo 0,7%. Mentre la stimano pari allo 0,80% a dodici mesi e all’1% a 24 mesi. Infine, prevedono un rialzo dell’1,1% circa nel triennio compreso tra i due e i cinque anni.
La dura legge dei rendimenti reali
In questo 2020, il grosso contributo alla discesa (fino a portarla in territorio negativo) dell’inflazione è stata dato dalla componente petrolifera. Ma se agli inizi del 2021 la situazione legata al Covid dovesse migliorare, non è escluso che anche la componente energetica riprenda a essere positiva. Ossia a dare il suo contributo a generare inflazione.
A quel punto, si tratterà di mettere a confronto l’aumento del costo della vita con i rendimenti del BTP Futura 2028 (ma anche degli altri). Quest’ultimo, ricordiamolo, per i primi tre anni di vita offrirà lo 0,35% lordo, al netto del premio fedeltà, che quindi è da aggiungere.
Ora, chi ha comprato il BTP Futura 2028 ha fatto l’affare del secolo? E quanto porterà a casa in termini reali alla scadenza del prodotto? Ovviamente, per rispondere a queste domande, bisognerà attendere l’intera durata di vita del titolo.
Intanto, e in attesa del 2028, per i primi tre anni di vita del bond non resta che incrociare le dita per non andare in pareggio, o in perdita (in termini reali). Augurandosi dunque una dinamica dell’inflazione alquanto bassa. O inesistente proprio, come quella targata 2020.
Abbiamo, dunque, risposto alla domanda iniziale, e cioè: chi ha comprato il BTP Futura 2028 ha fatto l’affare del secolo e quanto porterà a casa?