Molti dovranno nuovamente imparare a fare i conti e a fare la spesa perché dopo 40 anni sbagliarla potrebbe costare caro. L’avanzata dei prezzi ormai lo impone e il bilancio famigliare, soprattutto, dei monoreddito è fortemente in pericolo. Sicuramente gli aiuti economici statali sono una manna dal cielo. Ma sia l’assegno unico che le misure di contenimento dei costi energetici potrebbero non bastare. Infatti non è difficile immaginare che una famiglia monoreddito magari con 2 figli, con un mutuo e bollette da pagare potrebbe dover indebitarsi ancora.
Magari queste famiglie potevano contare fino a qualche mese fa su un cuscinetto economico ormai eroso da una tassa invisibile. La tassa invisibile si chiama inflazione e a differenza delle vere tasse colpisce tutti indistintamente. Infatti non solo grava sui beni e sui servizi ma anche sui nostri soldi e come le vere tasse ha una misura. Insomma una percentuale che applicata ad un bene o ad una somma di denaro ci dice quanto pagheremo per questo balzello invisibile. Così chi ha 10.000 euro sul conto in banca o alla posta pagherà una tassa amara. Indirettamente, si intende. Ma alla fine colpirà la nostra ricchezza.
Chi ha 10.000 euro sul conto ne potrebbe perdere circa 700 e troverà una sorpresa amara nel carrello della spesa
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L’ISTAT come ogni mese calcola il valore dell’inflazione. Per il mese di maggio, purtroppo ha segnalato un record negativo che per trovare pari bisogna risalire al 1986. In tale data la misura totale dell’inflazione sfiorò il 7%. Quella che, invece, attualmente si registra su base annua è il 6,9%. In poche parole significa che la perdita del potere di acquisto della moneta ha questa misura. Ad esempio un oggetto che avremmo comprato con 1.000 euro, oggi costerà molto di più. Per converso, pensando a chi per indecisione o per convinzione ha lasciato i risparmi sul conto, oggi paga un prezzo veramente elevato. Infatti volendo cogliere un esempio pratico, chi ha 10.000 euro sul conto ne avrebbe in realtà meno di 9.300. Chiaramente chi ha 100.000 euro ne perderebbe tanti ma tanti di più.
Tale perdita equivale all’inflazione al 6,9% più i costi bancari annui che saranno almeno 70/80 euro. Pertanto, sembra evidente che l’indecisione o la paura per il momento economico dovrebbero cedere il passo alla logica. O meglio alla necessità di investire e movimentare i soldi fermi al fine di guadagnare un rendimento almeno pari all’inflazione. Un comportamento in tal senso potrebbe quantomeno limitare la perdita. Se invece lasceremo ancora i risparmi sul conto, pagheremo inevitabilmente una tassa invisibile cara e amara.
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