In Italia l’emissione di fatture o di ricevute fiscali sconta attualmente, ai sensi di Legge, l’imposta di bollo. Si tratta di un’imposta che, tra l’altro, scatta pure per coloro che, nei confronti di imprese, emettono per le prestazioni delle ricevute fiscali. Quelle che, anche in formato cartaceo, sono esenti da IVA.
In altre parole, ogni volta che, per esempio per una prestazione occasionale, si emette una ricevuta fiscale, allora dovrà essere applicata sul documento una marca da bollo da 2 euro. Ma non sempre è così. Vediamo allora in quali casi scatta il bollo e anche qual è il regime sanzionatorio quando non si assolve a tale obbligo.
Chi e quando deve pagare la marca da bollo di 2 euro sulle ricevute
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Nel dettaglio, sulle ricevute fiscali prima di tutto c’è da dire che la marca da bollo scatta tutte le volte che la ricevuta IVA esente è di importo superiore a 77,47 euro. In tal caso chi emette la ricevuta fiscale dovrà applicare il bollo da 2 euro. Potrà farlo, per esempio, richiedendo al tabaccaio proprio l’emissione della marca da bollo da 2 euro.
Ecco quindi chi e quando deve pagare la marca da bollo di 2 euro, ma attenzione al regime sanzionatorio. Ovverosia, occhio a quando le ricevute fiscali emesse sono prive di bollo a fronte dell’incasso dell’importo che è indicato nella ricevuta stessa. Vediamo allora di approfondire anche questo altro importante aspetto al fine di rispettare sempre la Legge. E, di conseguenza, per non avere mai problemi con il Fisco.
Cosa di rischia con le ricevute fiscali emesse prive di bollo
In particolare, con l’emissione di ricevute fiscali che sono prive di marca da bollo scattano le sanzioni amministrative. Ovverosia, viene applicata una sanzione pecuniaria che, per ogni singola ricevuta irregolare, varia da un minimo di 1 ad un massimo di 5 volte l’importo dovuto a titolo di imposta. Inoltre, se il costo della marca è a carico di chi emette la ricevuta fiscale, il regime sanzionatorio si applica non solo a chi la emette, ma anche ai danni chi ha acquisito e quindi ricevuto la ricevuta fiscale per il pagamento della prestazione.
Per quel che riguarda, inoltre, l’emissione di ricevute fiscali per le prestazioni occasionali, ricordiamo che oltre al bollo da 2 euro occorre rispettare pure un limite. Precisamente, quello di prestazioni occasionali per massimo 5.000 euro lordi annui. Oltre tale soglia annua è possibile spingersi, infatti, ma in tal caso per il lavoratore autonomo sarà obbligatoria l’iscrizione alla Gestione Separata dell’INPS.
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