Lo scopo per ora rimane quello di allungare la sopravvivenza del paziente e quindi di arrivare a una guarigione per i malati di linfoma che quotidianamente lottano nel tentativo di stare meglio.
Il linfoma di Hodgkin colpirebbe principalmente adulti tra i 25 e i 30 anni e la percentuale di guarigione si aggirerebbe sul 70%. La percentuale scende al 60% per i casi di linfomi non di Hodgkin. È necessario portare avanti con decisione ricerca e studi. Per i casi di recidiva, molte cure sarebbero a base di anticorpi monoclonali con trattamenti post-chemioterapici e autotrapianti di cellule staminali.
Nuovi medicinali
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Lo stato di salute del paziente rimane il primo dato da considerare ed è anche il più importante. Con chemio e nuove terapie come i farmaci anti-PD1, si starebbero ottenendo pian piano sempre maggiori risultati anche nei casi più gravi.
I linfomi presentano situazioni di aggressività, prognosi e sintomatologia differenti a seconda che siano considerati indolenti o a basso grado. Verrebbero spesso diagnosticati in ritardo. Quelli non specificati verrebbero scoperti intorno ai 60 anni, spesso in fase avanzata, con numeri in aumento per via dell’aspettativa di vita media che si sta sempre più innalzando.
L’alta percentuale di guarigione deriverebbe dall’elevata sensibilità alla chemioterapia e alla radioterapia. Le domande che gli studiosi si sono posti circa la tossicità delle cure potrebbero dipendere proprio dall’innalzamento dell’aspettativa di vita.
Argomenti di discussione
Visto che molti pazienti sono riusciti a tornare alla loro vita normale dopo le cure, è diventato decisivo fare in modo che queste non creassero problemi cardiologici o neoplasie. Anche i rischi di non poter avere figli risulterebbero elevati. La riflessione in materia è ancora in corso.
L’Italia è sempre in prima linea quando si tratta di ricerca medica e i numerosi centri specializzati sono spesso all’avanguardia quando si parla di farmaci e trattamenti. Il tipo di linfoma, l’aggressività e la precocità della diagnosi sono tutti elementi che incidono quando si stabilisce una cura. Naturalmente, incide sugli esiti, perché un linfoma che si evolve lentamente darà maggiori speranze al paziente con percentuali più alte di guarigione. Rivolgersi al più presto ai centri FIL farebbe la differenza per quanto concerne la sopravvivenza di coloro che vengono colpiti da queste patologie.
Chemio e nuove terapie, i centri specializzati nella cura dei linfomi
Al Nord uno dei centri specializzati in linfomi più attivi si trova a Torino ed è la Città della Salute e della Scienza. Ma i centri FIL sono presenti anche nelle altre città da Cuneo ad Asti a Vercelli.
In Liguria il centro di riferimento è il Policlinico San Martino S.S.R.L. In Lombardia le eccellenze sono tante, a Milano abbiamo l’Istituto Nazionale dei Tumori e il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, poi ci sono Monza e, naturalmente, Pavia, che è uno dei punti di riferimento per la ricerca medica italiana.
Nella Capitale i 3 ospedali più riconosciuti sono il Policlinico Umberto I, il Policlinico Tor Vergata e lo Spallanzani. Nel Sud, invece, i centri più importanti li troviamo a Napoli, Bari e Palermo.
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