Marchio italiano di elettronica, la Sèleco nasce nel 1965 dalla divisione elettronica Zanussi, diventa S.p.A, prima nel settore in Italia e quarta in Europa. Dopo il fallimento della Zanussi passa sotto diverse proprietà fino a quando nel 2020 viene acquistato dalla BTV S.r.l. di Roma.
Molti di noi avevano in casa un televisore della Sèleco o ricordano il marchio impresso come sponsor nelle squadre di calcio e basket degli anni 80. Perché quelli erano gli anni in cui i marchi italiani andavano per la maggiore e avevano successo, sembrava che la loro fortuna non dovesse avere fine. Ma proprio in quegli anni si insinuava il germe della crisi e molti marchi come Zanussi e Sèleco in seguito sono affondati.
La Sèleco S.p.A. è nata con capitale sociale di 56 miliardi di lire e ha sancito l’indipendenza dell’azienda rispetto alla Zanussi. Da qui la decisione di specializzarsi nella produzione di televisori a colori. Nel 1988 la collaborazione con il colosso tedesco Siemens per la fornitura di componenti digitali ha aperto le porte ai primi studi dell’alta definizione di cui l’azienda è stata pioniera.
Una storia tribolata
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Che fine ha fatto la Sèleco? Nel 1991 l’azienda contava 1.700 addetti quando è entrata in crisi. Il 59,3% dell’azienda è stata rilevata dalla SOFIN S.p.A. controllata da Rossignolo, Presidente della stessa Zanussi. Nel 1997 il personale contava 700 unità e si sono registrate perdite per 180 miliardi insieme a una mancanza gravissima di liquidità. Le perdite hanno portato i dipendenti rimasti alla cassa integrazione e ad aprile è stato dichiarato il fallimento.
La Sèleco è stata quindi acquistata tramite asta fallimentare dal Gruppo Formenti che aveva già rilevato Phonola e Imperial. Questi gruppi sono stati acquisiti dai fratelli Asquini nel 2006 e commissariati nel 2010 dopo il loro fallimento. In un contesto di veloci cambiamenti in cui investire in tecnologia richiede tantissimi capitali, queste piccole realtà non sono state in grado di sopravvivere, neanche utilizzando nomi di prestigio come è stato nel caso della Sèleco. Nel 2021 il marchio è tornato sul mercato italiano grazie alla società BTV di Roma che commercializza Smart TV prodotte in Turchia.
Che fine ha fatto la Sèleco nell’era della globalizzazione
La storia della Sèleco è esemplare per l’Italia. Stabilimenti nel territorio nazionale e in Europa nel 1993, 1 milione di pezzi prodotti all’anno, 266,4 miliardi di lire fatturati nel 1995. Con soli 3 milioni di perdite e più di 1.100 dipendenti. Tutto sfumato nel giro di pochi anni.
La BTV di Roma produce Smart TV in Turchia perché esternalizzare permette di tagliare i costi e proporre apparecchi con tecnologie di nuova generazione a prezzi contenuti. Il mercato italiano rimane uno dei più ambiti e l’outsourcing strategico è fondamentale per creare alleanze oltreconfine tagliando i costi di produzione. Il fascino degli anni 80 non esiste più e le regole della globalizzazione hanno la meglio in questo frangente storico. Alcuni marchi ne stanno traendo beneficio, le Smart TV della Sèleco sono in vendita a prezzi convenienti. Gli apparecchi a 32 pollici sono in vendita su Amazon a 205 euro, si tratta di tecnologia di ultima generazione ma alla portata di tutti. Chi amava il marchio quando era adolescente sicuramente non si farà scappare l’occasione.