L’interesse che la scienza pone allo studio delle connessioni interne che si creano tra i vari organi e apparati sta sempre più crescendo negli ultimi tempi. Molte evidenze mostrano infatti quanto sia importante pensare al nostro organismo come un sistema piuttosto che come ad un insieme di singoli elementi. In tale ottica non ci sono dunque funzioni o risposte che interessano quel singolo organo che si intende esplorare. Piuttosto, è possibile rilevare l’esistenza di assi di comunicazione che mettono in contatto e si influenzano reciprocamente. Un recentissimo studio condotto da un team di ricercatori italiani ha evidenziato aspetti che riguardano la neuroplasticità e le potenzialità cerebrali. Cervello plastico e neuroni pimpanti potrebbero inaspettatamente dipendere dal buon funzionamento di quest’organo nel corpo. Vediamo di seguito di cosa si tratta.
Come capire se gode di buona salute
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Prendersi cura della propria mente e instaurare un equilibrio tra sé ed il Mondo è un obiettivo che molte persone si pongono. Tale fine assume ancora più importanza quando subentrano dei veri e propri processi degenerativi che attaccano il sistema nervoso. In tal caso, è utile riconoscere sin da subito i primi segnali d’allarme per individuare in maniera tempestiva il problema. Per fare questo esistono molte strategie e test che in ambito neuropsicologico servono ad individuare alcuni deficit cerebrali. Ad esempio, con un semplice esercizio carta e matita si può capire se neuroni e cervello stanno andando incontro a degenerazione. Allo stesso modo, a volte le cause di malattie come le demenze e l’Alzheimer si possono riscontrare in sintomi notturni che spesso sottovalutiamo. In tale prospettiva, per mantenere in forma l’organo centrale del nostro sistema nervoso, alcuni ricercatori hanno scoperto che sono importanti anche alcune connessioni.
Cervello plastico e neuroni pimpanti potrebbero inaspettatamente dipendere dal buon funzionamento di quest’organo nel corpo
Uno studio scientifico dell’Università di Pisa, recentemente apparso su Cell Reports, riporta alcuni dati interessanti sull’influenza che il microbiota esercita sull’asse cervello-intestino. I ricercatori hanno condotto degli esperimenti sui ratti per registrare come la plasticità neuronale possa subire delle influenze dal microbiota che si trova nell’intestino. Quando si parla di microbiota si intende quell’insieme di microrganismi come funghi, batteri e lieviti che vivono in simbiosi nell’intestino.
Essi lo proteggono formando una barriera selettiva contro gli agenti patogeni e garantendo tutte le funzioni dell’organo stesso. Gli scienziati hanno registrato che la privazione del microbiota intestinale in un campione di ratti può influenzare negativamente la plasticità cerebrale e la relazione con l’ambiente. Ciò rivelerebbe dunque una stretta connessione tra questi sistemi. Tale dato mostra che esiste una stretta connessione tra esperienza nell’ambiente, cervello e microbiota intestinale che non è più possibile trascurare. Pertanto, tali nuove evidenze aprono un varco verso nuove vie di conoscenza del modo in cui funzioniamo e di cosa potrebbe migliorare la nostra vita.
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