Si tende a sopportare meglio l’invecchiamento del corpo e della pelle piuttosto che il venir meno di alcune capacità cognitive. Siamo spaventati dall’eventualità di perdere la memoria, la capacità di riconoscere le persone a noi care e di conseguenza l’autosufficienza. Viviamo con ansia la possibilità di scivolare in uno stato di demenza senile e vorremmo conservare intatta ed efficiente la funzionalità cognitiva. Già sottoporsi ad alcuni test o anche “Questi semplici calcoli matematici fanno capire se il cervello non funziona più bene”. E sono diversi i segnali e le dimenticanze che lasciano intuire che le nostre facoltà mentali stanno subendo l’attacco fisiologico che il tempo porta con sé. Con l’avvicinarsi della terza età si può già prevedere che si è dinanzi ad un cervello in tilt e rischio di ictus se si perde quest’abilità prima dei 60 anni.
Più che attribuire genericamente allo stress qualunque episodio di dimenticanza o forme di ottundimento mentale converrebbe fermarsi ad interpretare alcuni fenomeni. Ad esempio questi “5 sintomi a 45 anni indicano che il cervello sta andando incontro alla demenza”. Non si può arrestare completamente la progressione di malattie cerebrali come l’Alzheimer, ma si può ritardare il venir meno di alcune risorse cognitive.
Cervello in tilt e rischio di ictus se si perde quest’abilità prima dei 60 anni
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I ricercatori dell’American Heart Association hanno scoperto che esiste un legame diretto fra il declino cerebrale e la capacità di stare in equilibrio. Gli studiosi hanno chiesto ad un campione di più di 1.300 soggetti con età media di 67 anni di rimanere su una sola gamba ad occhi aperti. Ma lo studio ha coinvolto anche pazienti più giovani per valutare la brevità della coordinazione e delle abilità di equilibrio. Anche prima dei 60 anni alcuni soggetti potrebbero infatti avere serie difficoltà a superare il test della stabilità posturale.
Tuttavia a stare in piedi su una sola gamba per meno tempo sono i soggetti più anziani che spesso non arrivano neanche ai 20 secondi. La difficoltà di mantenersi senza l’appoggio delle due gambe potrebbe proprio derivare dalla presenza di eventuali danni cerebrali. Inoltre da tale instabilità si potrebbero già intravvedere i primi segnali del deficit cognitivo e del rischio di ictus. Dalla ricerca è infatti emerso che chi non riesce a stare in equilibrio per più di 20 secondi potrebbe sviluppare infarto lacunare e microsanguinamenti.
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