Sui mercati finanziari anche i rendimenti sul reddito fisso sono mutevoli come il giorno e la notte. Morale, ciò che conviene oggi potrebbe non esserlo più domani. Ad esempio nel 2020-21 hanno avuto vita facile i conti deposito, considerato che all’epoca i prodotti concorrenti offrivano rendimenti assai deludenti. Oggi lo scenario è mutato e i maggiori ritorni spesso arrivano dai titoli di Stato. Vediamo come e perché.
In parole semplici e coincise, oggi i principali timori dei mercati sono due. Primo, che la BCE possa alzare i tassi più di quanto si immaginava fino a ieri. Secondo, che i tassi possano restare alti più a lungo del previsto. Pertanto gli operatori vendono titoli di Stato per adeguarne i rendimenti a quelle che sono le future aspettative. Pertanto se cerchi l’investimento di marzo a tasso fisso super interessante per incassare una ricca rendita a 3 o 5 e 7 anni valuta anche i bond di Stato.
Il titolo di Stato con durata a 3 anni
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Oggi il rialzo dei rendimenti è palpabile anche sulle brevi-medie durate. Ad esempio già quello di uno zero coupon (il BOT) a 10-12 mesi oscilla sul 3%, mentre un paio di anni fa per simili rendimenti bisognava esporsi sui titoli lunghissimi.
Per chi punta a una piccola rendita di breve-medio, ecco il BTP a 3 anni. Il bond con ISIN IT0004644735 scade esattamente tra 36 mesi (il 1° marzo 2026) e ha una cedola apprezzabile: il 4,50% lordo annuo, cioè il 3,9375% netto annuo. Non male, inoltre, neanche il prezzo d’acquisto dello strumento sul mercato secondario, sui 101,70 centesimi. A questi corsi il rendimento effettivo netto annuo si attesta al 3,502% (commissioni escluse).
A parità di durata, solo i conti deposito vincolati offrono tassi d’interesse di un certo rilievo. Tuttavia, essi si scontrano con una maggiore tassazione (26% contro il 12,50% dei titoli di Stato) e, appunto, con la presenza del vincolo. Non sempre l’intermediario permette di disinvestire prima della scadenza.
Se cerchi l’investimento di marzo a tasso fisso super interessante per incassare una ricca rendita a 3 o 5 e 7 anni potresti considerare anche i BTP a medio termine
Il discorso non cambia aumentando la durata complessiva dell’investimento. Prendiamo in considerazione, ad esempio, le durate a 5 e 7 anni.
Il BTP con ISIN IT0005521981 scadrà il 1° aprile 2028, cioè tra 5 anni e (quasi) 1 mese. Lo strumento ha una cedola lorda del 3,40% mentre sul MOT, il mercato secondario, scambia sui 97 centesimi. Tradotto, il rendimento effettivo netto annuo del bond è del 3,586%, per un ritorno totale che si attesta sul 18,20% circa.
Sulla durata a 7 anni prendiamo il BTP con ISIN IT0005024234. La cedola lorda è del 3,50% (netto: 3,0625%) mentre la scadenza è fissata al 1° marzo 2030. All’attuale prezzo di mercato (96 centesimi), il rendimento effettivo netto si attesta al 3,682%, ossia quasi un 26% di rendimento totale.
Consideriamo ora un prodotto relativamente similare (salvi i dovuti distinguo) come i buoni fruttiferi. A parità di durata residua, essi oggi non rendono tanto quanto i bond di Stato. L’unica eccezione è data dal buono Rinnova, che al termine dei 6 anni di durata complessiva riconosce il 3,25% annuo lordo. Tuttavia, il titolo è riservato solo a chi rimborsa un buono postale scaduto, purché rimborsato a partire dal 20 settembre dell’anno scorso.