Concedersi un cocktail alcolico è abitudine diffusa, tanto è vero che spesso ce li si prepara anche in casa. Luoghi di punta però dove consumarli rimangono soprattutto i bar e le discoteche. In questi talvolta ci servono la bevanda con la cannuccia, altre volte senza o addirittura con due. Ebbene, sorprenderà scoprire che solitamente è una scelta dettata da un perché ben preciso e che non immaginiamo.
La cannuccia è un oggetto comune e che di conseguenza consideriamo moderno. In realtà potremmo trovarla anche sui libri di storia, sembrerebbe infatti che già gli antichi Sumeri la usassero. Utile in quanto avrebbero bevuto una birra particolarmente densa e sul cui fondo si depositavano gli ingredienti. Per averne un brevetto però bisognerà arrivare a fine ‘800, quando Marvin Stone, che produceva tubi per le sigarette, ebbe la geniale intuizione. Oggi la utilizziamo per bere dai brik di cartone o dalle lattine, ma anche per i bicchieri dei cocktail.
Grazie alla stessa, infatti, si evita di appoggiare direttamente le labbra sul bicchiere, una soluzione talvolta preferita per motivi igienici. Per motivi ambientali quella in plastica però non si usa più, la si sostituisce con quelle biodegradabili, in metallo e in vetro. Avremo notato però che non sempre ce la forniscono nei drink, salvo nostre specifiche richieste. Così come altre volte senza neppure domandarla ce ne danno due, il che non è affatto casuale. Infatti, c’è un motivo per cui nei cocktail mettono due cannucce e non è banale.
La cannuccia è davvero necessaria?
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Per quanto riguarda le cannucce nei drink, cominciamo col dire che qualche barista potrebbe dirci che sono sconsigliate. Questo perché il contatto non ravvicinato del naso al bicchiere potrebbe privarci dell’esperienza olfattiva. D’altronde per il medesimo motivo nessuno si sognerebbe di utilizzarle per assaporare il caffè. Ci sono dei casi in cui però il galateo del barman ne impone l’uso, ossia nei:
- long drink, bevande dissetanti con volume di alcol attorno al 20%, quale il Gin Tonic e il Moscow Mule;
- frozen, ossia bevande create frullando con il blender liquori, frutta o sciroppi con zucchero e ghiaccio come la Pina Colada e il Daiquiri;
- pestati, cioè quei cocktail preparati con zucchero, lime e ghiaccio pestati col muddler. Vi rientrano Caipiroska, Caipirinha e talvolta il Mojito.
Come si potrà notare sono tutti cocktail in cui vi va una grande quantità di ghiaccio: proprio per evitarne l’ingerimento si dovrebbero bere con la cannuccia.
C’è un motivo per cui nei cocktail mettono due cannucce e non è quello che ci aspettiamo
La presenza di una doppia cannuccia può sembrare un adornamento, in realtà, al contrario di frutta e ombrellini, non lo è. Qualcuno sostiene si utilizzi per distinguere cocktail analcolici e alcolici. Altri ritengono possa incidere sulla velocità di consumo. Altra ipotesi non inverosimile è che servirebbe per far provare la bevanda a qualcuno della nostra compagnia.
In realtà la seconda cannuccia servirebbe in una specifica situazione, quando ordiniamo un cocktail pestato. Avrebbe in questo contesto uno scopo prettamente pratico, ossia quello di poter sostituire la prima. Quest’ultima, infatti, potrebbe ostruirsi con le scaglie di ghiaccio, con lo zucchero di canna, la menta o altri ingredienti pestati all’interno. Quindi ora sappiamo non solo quando evitare la cannuccia, ma anche quando una in più potrebbe davvero esserci utile.