Il terzo Decreto Sostegni quest’anno ha riaperto i termini per il pagamento delle rate delle sanatorie delle cartelle esattoriali. Una nuova agevolazione da molti auspicata per via delle contingenti difficoltà con cui i contribuenti continuano ad avere a che fare in questi mesi di crisi. È evidente che l’argomento cartelle resta centrale per famiglie e imprese. Ed è inevitabile che questa materia finirà dentro l’ormai imminente campagna elettorale per le nuove elezioni politiche del 25 settembre. E potrebbero sopraggiungere novità non tanto come platea di contribuenti o tipologia di debito, ma piuttosto per quelle cartelle che non sono rientrate nei precedenti provvedimenti di sanatoria.
Perché sia necessaria una nuova rottamazione delle cartelle è assai evidente
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Nonostante rottamazioni e sanatorie, restano ancora tanti i contribuenti con posizioni debitorie notevoli. C’è per esempio chi non ha potuto far fronte alle rate delle vecchie rottamazioni. Sanatorie da cui questi contribuenti sono decaduti. Inevitabile che servano nuove possibilità da concedere a questi indebitati. Per questo la riapertura dei termini delle vecchie sanatorie è molto probabile con il prossimo Decreto Fiscale. Resta sempre questo collegato alla Legge di Stabilità l’atto di Governo dove saranno introdotte nuove, eventuali misure. E non c’è solo la riapertura dei termini delle vecchie rottamazioni a tenere banco.
Cartelle esattoriali, sanatoria e nuova rottamazione in arrivo
In vista della nascita del nuovo Governo, non è azzardato ipotizzare che possa prendere piede il varo di una nuova rottamazione delle cartelle. Infatti esistono diverse proposte di legge già depositate, due delle quali dalla Lega di Matteo Salvini. Una proposta, per esempio, mira ad una nuova rottamazione delle cartelle per il 2023. Cartelle esattoriali, sanatoria e nuova rottamazione sono una materia che riguarda una vasta fetta della popolazione. La rottamazione quater riguarderebbe sostanzialmente gli anni 2018 e 2019. Infatti sono molti i contribuenti che hanno debiti diventati ruolo presso Agenzia delle Entrate Riscossione, proprio in quei due anni. E sono le annualità che non rientravano nei precedenti provvedimenti di sanatoria. In pratica i contribuenti che avevano dei debiti divenuti cartella tra il 2018 e il 2019 non hanno potuto sfruttare l’agevolazione, o quantomeno hanno potuto sfruttarla solo per i debiti precedenti.
Lo Stato può fare cassa con rottamazione delle cartelle, condoni e sanatorie
La linea di queste nuove ipotesi di rottamazione delle cartelle è la medesima degli anni precedenti. Si tratta di provvedimenti che mirano da una parte a dare sostegno agli indebitati e dall’altra a fare incassare allo Stato più soldi possibili. Il rischio di ingessare di nuovo la macchina della riscossione è sempre elevato. Il problema del magazzino crediti vantati da Agenzia delle Entrate Riscossione è evidente, con molti di questi crediti non più incassabili o difficilmente incassabili. Si tratta della problematica che in passato ha spinto il Governo a varare provvedimenti che hanno di fatto cancellato le cartelle di importo esiguo e troppo obsolete, cioè quelle fino al 2010.
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