Gli italiani si sentono sotto pressione a causa del Covid e delle conseguenze economiche che esso ha generato. Senonché, tra i tanti obiettivi e temi affrontati da Draghi nella fase di presentazione del programma, non c’è stato alcun riferimento alla proroga della sospensione delle notifiche fiscali.
Questo significherebbe, in termini pratici: cartelle esattoriali in arrivo dal primo marzo. In effetti, in caso di silenzio, pare quasi chiaro che manchino azioni di grazia sullo svincolo della cascata di cartelle esattoriali in agguato da mesi e mesi.
Si tratterebbe di ben 50 milioni di atti da notificare. Che comporterebbero un bel da farsi da parte del Fisco.
Purtuttavia, il nuovo Premier, pur affrontando tra le priorità, la tematica sulla necessità di una riforma strutturale del Fisco, non ha avvertito l’esigenza di informare gli italiani sull’arretramento delle azioni di riscossione.
Azioni di recupero a partire dal primo marzo
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Ebbene, la proroga sulla notifica di cartelle e avvisi da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, durerà fino al 28 febbraio. Quindi, subito dopo, ci si aspetta: cartelle esattoriali in arrivo dal primo marzo.
Come anticipato, si tratterebbe di 34 milioni di cartelle esattoriali e 16 milioni di avvisi. Pari a ben 50 milioni di atti di recupero.
Esse porterebbero via ben due anni di lavoro per essere smaltite. Un gettito a cascata, infatti, di tali atti, recherebbe con sé il rischio delle nullità e dei vizi di legittimità dovuti a difetti di forma.
Qualcuno propenderebbe per un’ennesima proroga, fino almeno al 30 aprile. Data di scadenza dello stato di emergenza.
Il Governo, dunque, dovrà trovare una soluzione al deficit di 32 miliardi di euro che sarebbero dovuti confluire nel Decreto Ristori 5, che non c’è stato. Contestualmente, il nuovo Esecutivo, sta subendo anche pressioni per la concessione della pace fiscale, che servirebbe a smaltire un pò il carico di lavoro.
Ma, vediamo cosa si deciderà, con la nuova guardia, in ordine a queste manovre fiscali “emergenziali”.