Forse nemmeno immaginava si creasse tale bagarre. L’idea di andare a Mosca ad incontrare Putin crea il polverone. Non solo da un punto di vista mediatico, ma anche politico e istituzionale. Da una parte il portavoce e consulente di Matteo Salvini, Antonio Capuano, dice che nell’attivismo del leader del Carroccio di fare da paciere non ci sarebbe nulla di male. Così come, dice Capuano, anche il contatto con l’ambasciata russa. Sembrerebbe, per voce della Lega, che l’intervento di Salvini in Senato lo scorso 19 maggio sia piaciuto alla Russia. Al punto da invitarlo ad andare avanti nell’ambito di un discorso di fine della guerra. Questo secondo Capuano, ripreso da alcune agenzie di stampa di settore.
Il rumore
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La vicenda però assume sfumature differenti secondo i punti di vista. Ad esempio, Lia Quartapelle, responsabile Europa e Affari Internazionali nella Segreteria del PD, dice altro. Tramite Twitter scrive: «si scopre che il piano di pace di Salvini in realtà è il frutto dei consigli di un avvocato che lavora anche per l’ambasciata russa. Cosa dire di più?». Ed è caos Salvini sui rapporti con l’ambasciata russa. Soprattutto perché gli incontri sarebbero stati 3 e il Copasir indaga su un diplomatico (espulso) che avrebbe fatto da tramite.
Caos Salvini, sui rapporti con l’ambasciata russa indaga il Copasir e se fosse lui davvero il mediatore ideale?
Intanto il Premier Mario Draghi fa capire che, se non altro, avrebbe gradito essere informato dei fatti. Nelle ultime ore, poi, raccomanda il Copasir di agire in modo tale da assicurare la trasparenza di ogni azione. Inoltre, precisa che il Governo «è fermamente collocato nell’Ue e nel nostro rapporto storico transatlantico». L’intenzione del viaggio non piace nemmeno al PD di Enrico Letta, che non fa mistero del suo non sapere cosa si siano detti l’ambasciata russa in Italia e Matteo Salvini.
Il piano Salvini
Sempre per Capuano, la fuga di notizie avrebbe bloccato quella che poteva essere un’opportunità importante. L’avvocato napoletano dice che mancava solo se ne parlasse con Mario Draghi. Purtroppo (o per fortuna) la stampa arriva anzitempo e il progetto pare in frantumi. Ma il piano, secondo molti, merita attenzione. Si snoda su 4 punti fondamentali, che sono: l’indicazione di una sede neutrale per poter parlare, come ad esempio il Vaticano; poi la nomina di tre garanti quali Italia, Francia e Germania. Ancora, un cessate il fuoco con sblocco delle navi zeppe di grano e la visita di Papa Francesco a Kiev e a Mosca. Eppure si crea un vero caos Salvini, sui rapporti con l’ambasciata russa. Al momento le buone intenzioni sono congelate e si attende chiarezza da parte del Copasir.
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