Tra i comportamenti fastidiosi per i condomini e, in generale, per i vicini, vi è l’abbaiare del cane. Certo, in senso provocatorio, un animalista potrebbe chiedere: il cane che abbaia, morde? Certamente no ma il suo latrato può disturbare, essere molesto e anche superare il limite della normale tollerabilità, se ripetuto. Si può verificare, infatti, che per dispetto o noncuranza della tranquillità dei vicini, il padrone lasci il cane abbaiare di notte, lasciandolo fuori al balcone. Oppure, può accadere che non impedisca all’animale di far ciò che vuole, a tutte le ore, arrecando molestia al vicinato.
Quali sono le conseguenze del latrato del cane?
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Certo, in senso ironico, diremmo, cane che abbaia morde mica? Eppure, se il padrone lascia che il cane abbai, molestando le persone, detto comportamento integra reato. I disturbati hanno, quindi, la possibilità di tutelarsi, denunciando il proprietario. Se, poi, quest’ultimo facesse trapelare che il cane viene abbandonato a sé stesso e che quindi non è sua la colpa, le conseguenze sono anche peggiori. Ebbene, poiché la responsabilità delle azioni poste in essere dall’animale è del padrone, egli non può esimersi dalla stessa, dando la colpa “all’amico fedele”. In tal caso, infatti, egli rischierà anche il sequestro del cane.
La responsabilità del padrone rispetto all’animale, quindi, è di carattere civile, secondo quanto stabilito dall’art. 2052 c.c., per i danni che il secondo dovesse cagionare ad altri. Inoltre, si può configurare una responsabilità penale per le condotte sin qui descritte, che possono condurre all’integrazione dei reati di cui agli artt. 659 e 660 del c.p. Si tratta, rispettivamente, dei reati di “disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone” e del reato di: “molestia o disturbo alle persone”. Sul piano civile, inoltre, anche se non si può vietare ai condomini di detenere animali, purtuttavia, gli stessi hanno l’obbligo di evitare che questi causino danni.