Con l’abbassamento della speranza di vita i coefficienti di trasformazione, per la prima volta, subiscono un rialzo. E anche abbastanza considerevole. Questo crea una netta differenza tra chi va in pensione a dicembre 2022 e a gennaio 2023. Anche con gli stessi anni di contributi e la stessa età. Vediamo come funzionano e come influiscono sulla pensione di chi accede
I coefficienti di trasformazione sono dei valori percentuali importantissimi. Servono, infatti, a trasformare il montante contributivo in pensione annua. Ovviamente, riferendosi alla sola quota contributiva della pensione e non a quella retributiva.
Si tratta di valori uguali per tutti che crescono al salire dell’età e vengono aggiornati ogni biennio. Quelli in vigore saranno validi solo per chi si pensione fino al 31 dicembre 2022. Poi cambiano i coefficienti di trasformazione dal 1 gennaio 2023 e sorprendentemente sono più alti. E, quindi, più convenienti per chi esce.
Pensione più alta per chi accede dal 1 gennaio 2023
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Una buona notizia, quindi, per chi accede alla pensione dal 1 gennaio 2023 che si trova ad avere una pensione calcolata più favorevolmente. Con il cambio dei coefficienti di trasformazione, infatti, ci si guadagna e non poco sulla pensione lorda annua.
Basti pensare che il valore, per chi va in pensione a 67 anni passa dal 5,575% al 5,723%. Ma di quanto incide su una pensione di vecchiaia? Facciamo un esempio pratico per scoprirlo.
Di quanto aumenta la pensione di vecchiaia?
Supponiamo che un lavoratore a 67 anni abbia un montate contributivo di 380.000 euro. Se andasse in pensione a dicembre, applicando il coefficiente di trasformazione in vigore nel 2022 avrebbe:
- una pensione lorda annua di 21.185 euro;
- una pensione lorda mensile di 1.629 euro per 13 mensilità.
Rimandando l’uscita al 1 gennaio 2023 avrebbe, invece:
- una pensione lorda annua di 21.747 euro;
- una pensione lorda mensile di 1.672 euro per 13 mensilità.
Cambiano i coefficienti di trasformazione dal 1 gennaio, gli effetti sulle nuove pensioni
Si tratta di un aumento dell’importo lordo mensile della pensione di circa 40 euro e di un aumento annuo, sempre lordo, di 562 euro. Senza contributi aggiuntivi, senza fare nulla se non aspettare un mese.
Questi sono gli effetti dei nuovi coefficienti di trasformazione che cambiano dal 4,186% al 4,270% per chi esce a 57 anni. Fino ad arrivare al cambio più conveniente che è quello per chi esce a 71 anni che passa dal 6,466% al 6,655%.
Alla luce di quanto detto, quindi, il pensionamento nel 2023 dovrebbe essere decisamente più conveniente rispetto agli anni passati. E questa non può che essere una buona notizia visto che in molti avevano preannunciato un cambiamento al ribasso dei coefficienti.