Da qualche giorno a questa parte, ed in particolare da quando il Governo italiano ha varato la Legge di Bilancio, c’è una misura che è al centro dell’attenzione da parte dei media. Ovverosia il reddito di cittadinanza che il Governo di centrodestra ha rivisto per il 2023. E che poi punta ad eliminare del tutto nel 2024.
Per la precisione, tra poco più di un anno il reddito di cittadinanza cambierà sostanzialmente nome e la platea dei beneficiari sarà drasticamente ridotta. In quanto l’Esecutivo di centrodestra a regime andrà a concedere un sussidio mensile solo ed esclusivamente a chi non può lavorare.
Non a caso, se da un lato il reddito di cittadinanza è destinato a scomparire da qui a poco più di un anno, dall’altro il Governo di centrodestra, già a partire dal 2023, punta a ripristinare i voucher. Ovverosia i buoni lavoro per il lavoro occasionale in settori dell’economia come l’agricoltura e la ristorazione.
Pur tuttavia, proprio a partire dal prossimo anno, sul reddito di cittadinanza non ci sono solo delle cattive notizie. E questo perché chi prende il RdC potrà essere assunto da un lato, e dall’altro il datore di lavoro potrà beneficiare per un anno della decontribuzione al 100%.
Buona la notizia del Bonus INPS legata al RdC con decontribuzione al 100%
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Il datore sarà quindi esonerato dal pagamento dei contributi INPS. E questo anche per la trasformazione di contratti a tempo determinato in rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Con un limite massimo di decontribuzione per dodici mesi che, nella bozza della manovra finanziaria del Governo Meloni, è fissato a 6.000 euro.
Quindi, buona la notizia del Bonus INPS. Con il Governo italiano che, chiaramente, vuole premiare le imprese che assumono i percettori di reddito di cittadinanza. D’altronde, fin dal lancio della misura nel 2019, il reddito di cittadinanza, come strumento di politica attiva per il rilancio dell’occupazione in Italia, non è che abbia funzionato davvero come ci si aspettava.
La misura della decontribuzione sarà attiva per tutto il 2023 per il settore privato, escluso il lavoro domestico
La misura, che è rappresentata dal Bonus con la decontribuzione al 100% per i datori di lavoro, è valida per tutto il 2023 per il settore privato. E quindi non per le assunzioni del pubblico impiego. Così come è escluso dall’agevolazione pure il lavoro domestico. In più, c’è da precisare che nel Bonus rientrano i contributi previdenziali, ma non quelli dovuti all’INAIL. Ovverosia all’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro.