Da stamane è in emissione il BTP Italia , che a giudicare dai primi “exit poll” sta andando fortissimo. Già nelle prime due ore di offerta aveva infatti raccolto ordinazioni per più di un miliardo di euro. Se il trend resterà invariato nei giorni a venire, la raccolta andrà a stracciare le precedenti emissioni di “BTP special edition”. Stante la ricchezza di offerta, il piccolo risparmiatore si chiede tra BTP Italia e obbligazioni, settimana di emissioni: come sceglierle sul mercato? Procediamo.
Inflazione, spread e rating dell’emittente
Per districarsi sulle varie emissioni, alcuni punti debbono essere tenuti ben in mente.
Inflazione. Oggi il deprezzamento del denaro è “per fortuna” basso. Molte istituzioni pubbliche o private lo danno attorno allo 0,7% per tutto il 2020 e non si aspettano grandi scossoni per l’anno a venire. Anche un investimento in titoli di Stato dovrebbe quindi tenerne conto per non potersi considerare in perdita in termini reali.
Spread. Il differenziale di rendimento tra il BTP e Bund dallo scorso marzo ha rotto al rialzo e staziona ormai da tempo abbondantemente sopra area 200 punti. Questo elemento dovrebbe (in teoria) portare i titoli di Stato ad offrire molto di più di quanto realmente offrono. Perché tutto ciò non avviene? Per l’opera della BCE, che da mesi sta comprando a mani basse sul mercato titoli del debito pubblico italiano.
Rating. La scorsa settimana si è chiusa la “tornata dei giudizi”, e per tutte e 4 le agenzie il verdetto sull’Italia invariato. Ovvero resta di tipo investment grade, di poco sopra il livello speculativo junk.
Quali emissioni scegliere?
Per chi vuole investire in titoli di Stato, quale emissione scegliere?
BTP Italia maggio 2020. Il bond in emissione da oggi avrà un rendimento minimo dell’1,40%. A cui poi si sommerà il premio fedeltà dell’8 per mille (ossia €8 per ogni 1.000 comprati) ma solo a scadenza. Se comprato in emissione non si pagano poi le commissioni. Giudizio: il prodotto protegge bene dall’inflazione e garantisce un piccolo rendimento annuo positivo. Il quale non è in linea con quanto suggerirebbe lo spread, ma ciò è dovuto alle massicce compere della BCE di bond di Stato italiani (e non).
Titoli di Stato a 1-2 anni. Tutte queste emissioni di norma non coprono dall’inflazione, né dai costi di commissione bancaria. Morale: sebbene presentino dei tassi di rendimento frazionari positivi, quello reale è (sia pur di poco) negativo.
BTP a 10 e 15 anni. Vediamo prima la durata decennale, ad esempio il BTP con codice ISIN: IT0005383309, scadenza il 1° aprile 2030. Esso ha una cedola lorda dell’1,35% ma un rendimento netto all’1,6% (ultimo prezzo 96). Passando a una scadenza di 15 anni, il BTP con codice ISIN: IT0005358806 offre invece una cedola lorda del 3,35%. Tuttavia il rendimento effettivo netto è più basso e pari all’1,8%. Questo perché oggi lo si acquisterebbe a 114,6, mentre a scadenza riceveremmo solo i 100 nominali di emissione.
BTP Italia e obbligazioni, settimana di emissioni: come sceglierle sul mercato?
Come si evince, dai 5 anni ai 15 anni i rendimenti effettivi non si discostano poi più di tanto. Occorre inoltre tenere sempre a mente che dal momento dell’acquisto fino al rimborso finale, i loro prezzi sul mercato secondario oscillano. Quindi un’eventuale disinvestimento del BTP prima della scadenza potrebbe generare una perdita se venduto a un corso inferiore a quello di acquisto. Dall’altro lato i BTP hanno il gran vantaggio di avere un rendimento netto certo e noto a priori, sempre però se tenuto fino a scadenza.