Brutte sorprese per chi ha un conto corrente cointestato e fa queste operazioni

conto corrente

Una prassi molto comune tra i coniugi è avere un conto cointestato per una svariata gamma di motivazioni. Ad esempio, può accadere che uno dei coniugi lo utilizzi per farvi rientrare redditi in nero e per abbassare il proprio scaglione IRPEF. Tuttavia, il Fisco potrebbe avviare accertamenti che si concludono con amare sorprese. Ecco perché è necessario prestare attenzione a non compiere questo errore quando si effettua un bonifico tra parenti. Inoltre, secondo diverse pronunce giurisprudenziali di merito, versare dei soldi su un conto corrente cointestato non indica trasferirne la proprietà. La stessa, o meglio, il diritto di credito è, e rimane, di chi ha versato i soldi. Come scritto nell’articolo “Arriva un terremoto incredibile per i soldi sul conto cointestato perché cambia tutto quando si condividono i titoli e le giacenze con altre persone”.

Ad ogni modo, non sempre conviene avere il conto cointestato con il coniuge, soprattutto quando tra i due non regna più la pace. Ecco che arrivano brutte sorprese per chi ha un conto corrente cointestato e fa queste operazioni. A puntualizzarlo è una recentissima ordinanza della Corte di Cassazione, di appena qualche giorno fa. Ovvero, la Cassazione si è espressa su un ricorso presentato dal cointestatario del conto contro l’agenzia delle Entrate, avverso una sentenza della Commissione Tributaria Regionale.

Brutte sorprese per chi ha un conto corrente cointestato e fa queste operazioni

La vicenda nasce a seguito di un versamento da parte della moglie sul conto cointestato e dalla conseguente appropriazione, mediante prelievo da parte del marito. Quest’ultimo a seguito di domanda giudiziale della moglie è stato condannato alla restituzione e al risarcimento dei danni nei confronti della donna. A ciò è seguito anche un accertamento dell’Agenzia delle Entrate, per mancato versamento IRPEF su quell’importo.

La Corte di Cassazione chiamata a pronunciarsi sulla sentenza della Commissione Tributaria Regionale, ha puntualizzato due cose fondamentali.

Innanzitutto che per quanto riguarda i redditi, i proventi derivanti da fatti illeciti sono soggetti a tassazione. Ciò sia nel caso in cui l’autore del fatto illecito sia stato condannato alla restituzione, sia se aveva intenzione di non trattenerle nel proprio patrimonio.

Inoltre, punto fondamentale da tenere presente, è che il denaro versato da un coniuge sul conto cointestato con l’altro, non integra una liberalità. In particolare, può qualificarsi come donazione indiretta, solo qualora si evinca lo spirito di donare, in gergo l’animus donandi. Pertanto il solo versamento su un conto cointestato non integra assolutamente la volontà di donare una quota all’altro titolare del conto.

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