L’ultimo decennio è stato caratterizzato dall’aumento di attenzione verso un tema delicato che riguarda tutti: il surriscaldamento del pianeta. Nel ciclo vitale del Pianeta ci sono sempre stati periodicamente cambiamenti climatici. Mentre questi sono naturali e necessari, quelli che avvengono da 150 anni sono causati dall’uomo e, per questo, si parla di riscaldamento climatico. Cosa è accaduto?
Con l’avvento dell’era industriale, sono state sprigionate nell’atmosfera milioni di particelle di anidride carbonica e gas cosiddetti serra. Questo ha causato il raddoppio della quantità di CO₂. Si tratta di un evento dalla portata globale che richiede l’intervento di tutti, ma soprattutto dei Paesi più industrializzati. Per tali ragioni, negli ultimi anni spesso si sente parlare dell’obiettivo di ridurre l’effetto serra, le emissioni di CO₂ e la decarbonizzazione. Quest’ultimo aspetto riguarda, in maniera principale, il mercato delle automobili.
Arrivano brutte notizie per il mercato delle auto elettriche ed ecco cosa c’è da sapere per evitare sorprese inaspettate
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Nel settore automotive, si è assistito ad un grande cambiamento negli ultimi 25 anni, passando dalle marmitte senza catalizzatore a quelle catalitiche. Poi, dalle auto a metano si è passati a quelle con poche emissioni, in conformità alle normative europee e che garantiscono grandi prestazioni e risparmi. L’ultimo traguardo è stato raggiunto dalle auto elettriche. Accolte, forse, con scetticismo, in breve tempo hanno rivoluzionato il settore tracciando la strada verso un nuovo futuro. Ma recentemente l’organizzazione – politicamente indipendente – Transport&Environment ha lanciato un allarme. Nell’ultimo report, la T&E ha affermato che gli standard fissati dall’Europa in materia di decarbonizzazione per l’automotive sono troppo poco temerari e quasi irrealizzabili. Questo potrebbe voler significare una battuta d’arresto nella produzione di auto elettriche. Infatti dal 2022 al 2030 potrebbero essere acquistate 18 milioni di macchine elettriche in meno rispetto a quanto i produttori auspicano.
Questo cosa comporta?
La conseguenza sarebbe una quantità di emissioni di CO₂ pari a 55 milioni di tonnellate. Negli ultimi anni la legislazione, a livello nazionale ed europeo, si è adoperata per ridurre il livello di emissioni. Tuttavia, si ritiene che se non ci sarà un intervento davvero strutturale e coraggioso, mancheranno i presupposti per la stabilità dell’elettrico. Ad oggi la legge prevede che le case automobilistiche riducano le emissioni del 15% nel 2025, del 37,5% entro il 2030. La Commissione europea, con la proposta “Fit for 55”, ha inoltre voluto innalzare l’obiettivo, portandolo a 55%, incoraggiando ad un meno 100% di emissioni nel 2035. La T&E ritiene che, ad oggi, questi obiettivi siano troppo esigui e che ciò metterà in crisi il piano per rallentare il surriscaldamento climatico. Inoltre, per poter raggiungere gli obiettivi sperati, i Paesi europei dovrebbero ridurre le emissioni delle auto dell’80% entro il 2025.
Brutte notizie, quindi, per il mercato delle auto elettriche ed ecco cosa c’è da sapere per evitare sorprese inaspettate.
A livello europeo, si spinge per colmare quelle lacune normative che, ad oggi, consentono ai produttori di raggiungere sì i target, ma a discapito dell’inquinamento, grazie ad una vendita maggiore di Suv. Questa tipologia di auto, molto più pesante dell’utilitaria, quando utilizza il sistema ibrido, inquina molto di più. Se non ci fossero questi escamotage normativi, ad oggi ci potrebbero essere molte più auto elettriche vendute e meno emissioni di CO₂.