La materia dei Bonus casa è in perenne aggiornamento e, c’è da scommetterci, lo sarà anche nel prossimo futuro. Il riferimento vale in particolare per lo sconto in fattura e (soprattutto) la cessione del credito fiscale. Sono questi, infatti, gli spazi dove si sono infiltrati i male intenzionati per frodare lo Stato.
In verità stupisce che il legislatore della prima ora si sia mosso con uno scarno (o scarso?) sistema di tutele anti-frodi considerati i tanti soldi in ballo. Si è dovuti prima attendere l’arrivo degli scandali e poi mettere mano alla faccenda.
Consideriamo il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate (AdE) del 10 giugno. Con esso AdE ha accolto le ultime novità legislative in materia di Bonus edilizi, vale a dire il Decreto Aiuti di maggio e il precedente sostegno Sostegni ter.
Vediamo di capire di cosa si tratta. Dunque, brutte notizie per chi ha fatto lavori di edilizia con i Bonus casa perché le vie della cessione del credito iniziano a stringersi.
Le novità introdotte dal Decreto Sostegni ter e Decreto Aiuti
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I chiarimenti AdE riguardano la cessione del credito con le annesse modifiche alla piattaforma predisposta per la trasmissione dei crediti. In sostanza AdE fa proprie le modifiche introdotte dal legislatore nel corso dell’anno. Ricapitoliamole.
La Legge di conversione del Decreto Sostegni ter introdusse 2 novità. Una riguardava la possibilità data ai soggetti vigilati (banche e imprese di assicurazione) di effettuare 2 cessioni dei crediti d’imposta successiva alla prima. La seconda riguardava il divieto di cessioni parziali successive per le cessioni a partire dal 1° maggio.
Il Decreto Aiuti ha previsto che banche e società dello stesso gruppo bancario vigilato possano cedere il credito verso clienti professionali privati. Quest’ultimi devono avere un rapporto di conto corrente attivo e aperto con la banca cedente. A loro volta, ai clienti professionali privati non è data possibilità di ulteriore cessione.
Brutte notizie per chi ha fatto lavori di edilizia con i Bonus casa e opta per la cessione del credito perché una prima banca dice stop
AdE ha fatto proprie le novità apportando delle modifiche al provvedimento del Direttore AdE del 3 febbraio scorso (prot. n. 35873). Poi ha previsto un termine di comunicazione di cessione del credito entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello di maturazione. Ossia dell’anno in cui le spese sono state sostenute e da cui deriva il diritto alla detrazione.
Quanto a cessionari e fornitori, si ribadisce che essi debbono confermare l’esercizio dell’opzione tramite la piattaforma di cessione dei crediti sul portale AdE.
Per le comunicazioni riguardanti i crediti a far data dal 1° maggio 2022, si deve comunicare in anticipo l’intenzione di voler beneficiare della compensazione. La scelta va riconfermata per ogni rata annuale, che può aversi anche in più soluzioni.
Banca Intesa ha esaurito lo spazio fiscale
Intanto in banca iniziano a chiudersi i primi spazi per le cessioni dei crediti edilizi. È notizia di questi giorni, infatti, la lettera che Banca Intesa sta inviando alla clientela alla quale non ha potuto dare accoglimento ai relativi crediti.
Nel comunicato l’istituto precisa che per Legge gli intermediari dei crediti edilizi non possono averne più di quanti ne possono compensare. Cioè lo stock di crediti edilizi non può andare oltre l’ammontare di imposte e contributi versati dalla banca.
Se consideriamo che Banca Intesa è una big player nazionale, il suo forfait sta a significare che in giro c’è una montagna di crediti.
I Bonus casa dovevano rilanciare e rimodernare il parco immobili del Paese. La spesa sarà proporzionale ai risultati? Affiorano molti dubbi, come peraltro evidenziato da alcuni report sulle TV di Stato.
Intanto è certo che oltre al rilancio del PIL hanno creato enormi distorsioni nel comparto. Chi, infatti, vuole fare un lavoro casa senza Bonus vi rinuncia perché i costi dei lavori e dei materiali sono semplicemente assurdi.
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