Bonus per il rilancio delle medie imprese

agenzia delle entrate

Il bonus introdotto per il rilancio delle medie imprese, detto anche bonus per gli aumenti di capitale, vuole essere un incentivo all’investimento per il settore. Esso è stato pensato per rafforzare le medie imprese in difficoltà, in seguito alla crisi economica scaturita dalla pandemia. Questa la ratio sottesa all’incentivo in discorso, contenuto nel decreto Rilancio, diventato legge a luglio. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il 10 agosto, ha già firmato i decreti attuativi, che entreranno in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Ma vediamo meglio in cosa consiste e come può essere ottenuto detto bonus per il rilancio delle medie imprese. In quanto alla forma, si premette che esso consisterà in un credito d’imposta che possono ottenere le imprese di medie dimensioni. Solo quelle, però, i cui soci hanno deciso di effettuare aumenti di capitale a sostegno dell’azienda.

Requisiti

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A questo punto, vediamo quali sono i requisiti per accedere al bonus per il rilancio delle imprese. Anzitutto, si deve trattare di imprese con sede legale in Italia, che non siano società di partecipazione e non esercitino attività assicurativa o finanziaria. Possono, quindi, accedervi le società per azioni, in accomandita per azioni, a responsabilità limitata anche semplificata, cooperative, alcune società europee. Inoltre, l’azienda deve aver avuto un certo ammontare di perdite, indicate nel decreto Rilancio. In particolare, possono accedere al beneficio le imprese che, nel periodo d’imposta 2019, abbiano avuto ricavi compresi fra i 5 e i 50 milioni di euro. Ma non basta, in quanto devono aver registrato, tra marzo e aprile 2020, perdite pari ad almeno il 33% del fatturato dell’anno precedente.

In più, condizione imprescindibile di accesso al bonus, è la volontà di aumentare la solidità finanziaria dell’impresa, attraverso la patrimonializzazione della stessa. Anche in questo caso, sono previste delle specifiche soglie di riferimento. Infatti, l’investimento dev’essere compreso tra i 250mila euro e i 2 milioni di euro. In tal caso, il credito d’imposta sarà pari al 20% della somma investita. E’, inoltre, previsto un ulteriore credito di imposta pari al 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto. Il tutto, fino a concorrenza del 30% dell’aumento di capitale stesso. Altra condizione è che l’aumento di capitale dovrà essere deliberato e versato integralmente entro il 31 dicembre 2020.

Come si accede

I soci che hanno effettuato versamenti per aumentare il capitale sociale devono farsi rilasciare dall’azienda una copia della delibera che attesti l’investimento. Inoltre, devono farsi dare una dichiarazione del legale rappresentante della società dove si affermi che non sono stati percepiti aiuti superiori a 800mila euro. Naturalmente, ci si riferisce agli aiuti ottenuti nell’ambito dell’ emergenza sanitaria. Laddove la società li abbia conseguiti, deve indicarne l’importo.

Questi sono i documenti da allegare all’istanza. Per quanto riguarda le modalità precise di inoltro e la scadenza, dovranno essere stabilite con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, certamente, la richiesta dovrà contenere i codici fiscali del conferente e della conferitaria, l’ammontare dell’aumento di capitale e l’importo del credito di imposta richiesto. Ricevuta la domanda, l’Agenzia delle Entrate fornirà una risposta sull’esito della procedura entro 30 giorni. Essa in quella sede comunicherà se il credito d’imposta può essere concesso oppure no e, in caso affermativo, qual è l’importo.

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