Il Bonus Fiscale non è altro che un credito d’imposta del 30% sulle spese e le commissioni addebitate per l’utilizzo del Pos. In pratica, professionisti e imprese potranno avere accesso a detto beneficio sulle spese bancarie derivate dalle transazioni effettuate mediante l’accettazione di pagamenti elettronici. Si deve trattare di strumenti tracciabili, quali i pagamenti fatti con carta di credito o di debito. Quindi, un credito di imposta del 30% da utilizzare soltanto in compensazione dal mese successivo in cui sono state sostenute le spese risultanti dal Pos. E’ bene chiarire che il credito non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte. Specificato in cosa consiste il Bonus Fiscale, occorre aggiungere perché è stato pensato e come funziona.
Le ragioni sottese al Bonus Fiscale
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Tra circa una settimana entrerà in vigore la nuova norma che, dal 1° luglio, abbasserà la soglia dell’uso dei contati da 2.999,99 euro a 1.999,99 euro. Poi, l’ulteriore ribasso della soglia dei contanti si avrà dal 1° gennaio 2022, con l’introduzione del limite a 999,99 euro. Queste novità avranno ripercussioni sia per i consumatori che per professionisti e imprese i quali, per i pagamenti entro l’indicato ammontare, dovranno utilizzare strumenti stracciabili.
Come ottenerlo
Per ottenere il Bonus Fiscale, si deve inviare una comunicazione per via telematica all’Agenzia delle Entrate, utilizzando l’apposito software creato dall’amministrazione tributaria. Nella comunicazione andranno riportati il numero delle operazioni eseguite e gli importi delle commissioni e dei costi fissi periodici pagati a coloro che mettono a disposizione il Pos. Questo resoconto deve essere inviato entro il giorno 20 del mese successivo e il credito potrà essere utilizzato dal mese successivo all’invio della comunicazione all’Agenzia. Inoltre, sono previste sanzioni per chi non accetta il pagamento elettronico. Infatti, non accettarlo, dal 1° luglio, può comportare per il professionista o per l’impresa una sanzione fissa di 30 euro. A questi, va aggiunto il 4% del valore della transazione effettuata. Tuttavia, la sanzione troverà applicazione solo nel caso in cui il consumatore presenta denuncia per la mancata accettazione del pagamento elettronico.