Il Ministro Giorgetti ha proposto di rivedere alcune modalità di usufruire delle agevolazioni fiscali per l’edilizia, con un taglio percentuale ed un allungamento del periodo di fruizione a 10 anni. Ma questa mossa nasconde un buco di bilancio? E per le case green cosa succederà?
Un buco di bilancio evitato?
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In realtà, l’ipotesi di un buco di bilancio deriverebbe dall’inazione. Senza modifiche, infatti, lo Stato continuerebbe a sostenere costi elevati per i bonus edilizi, con il rischio di un esaurimento delle risorse disponibili. E in tal caso si aprirebbe la prospettiva di una manovra correttiva.
Tuttavia, queste modifiche alla normativa in materia di bonus edilizi non sono esenti da critiche, soprattutto da parte di Forza Italia, che lamenta la loro natura retroattiva, che avrebbero secondo la versione iniziale della normativa.
E le case green?
Ma allora cosa succederebbe se venisse adottata una normativa italiana per recepire la direttiva europea sulle case green? Probabilmente poco o nulla. La situazione attuale dimostra che, in assenza di risorse finanziarie adeguate, le imprese tendono a non iniziare o addirittura a interrompere i lavori. Lo stesso avverrebbe verosimilmente per le case green, in tutti quei casi in cui i condomini non fossero in grado di supportare i relativi oneri finanziari.
Articolo 1.135 del codice civile
Non a caso, il legislatore ha già da tempo ritenuto opportuno modificare l’articolo 1.135 del codice civile, proprio per evitare che spese particolarmente onerose potessero generare problematiche condominiali. E non solo in relazione alla problematica delle case green. In tal senso, la norma stabilisce che per spese straordinarie o innovazioni, la delibera di approvazione debba prevedere anche la costituzione di un apposito fondo.
Ciò significa che, in assenza del fondo, la delibera sarebbe illegittima. Inoltre, in caso di appalto, senza un fondo che copra tutti gli oneri finanziari, l’esecuzione non avrebbe inizio. Analogamente, nel caso di pagamenti graduali con la formula dello stato avanzamento lavori, ogni step dovrà essere garantito da fondi sufficienti per la singola fase degli interventi. Il tutto proprio per evitare che si inizino interventi, che poi risultano non avere la sufficiente copertura finanziaria. Problema che, evidentemente, si pone per le case green, ma non solo.
Conclusioni: serve il denaro, non le regole
Proprio questa normativa del codice civile e le modifiche in materia di bonus edilizi, avanzate da Giorgetti, evidenziano l’inutilità di imporre dall’alto regole e norme basate su ideologie, giuste o sbagliate che queste siano, senza i mezzi necessari per renderle concrete. In ogni sistema economico, il primo strumento per far funzionare le cose è proprio il denaro. E nel caso delle agevolazioni edilizie e delle case green, la disponibilità di risorse adeguate è un requisito fondamentale per il successo di qualsiasi intervento. Verrebbe proprio da dire: edilizia docet.
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