Tra le molteplici questioni, di cui si sta occupando la politica italiana in questi giorni, di particolare rilievo la questione dei bonus edilizi e del PNRR. Sulla prima, il Parlamento si è occupato della conversione del decreto che pone fine alla cessione dei crediti. Per il PNRR il Ministro Fitto ha detto a chiare lettere che non è possibile conseguire tutti gli obiettivi previsti per il 2026. In questo articolo ci dedichiamo, in particolare, a quelle che, a nostro avviso, costituiscono rilevanti criticità di entrambi gli strumenti. Bonus edilizi e PNRR: cosa li accomuna e quali sono gli errori da evitare?
L’importanza della programmazione
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Un elemento fondamentale in molte attività è la programmazione. La possiamo intendere come quella funzione che serve a stabilire obiettivi e mezzi per conseguirli. Ed è davvero fondamentale, anche in semplici attività della vita quotidiana.
Ad esempio, sarebbe del tutto inutile prefissare degli obiettivi, senza prima essersi domandati se ci sono i mezzi per conseguirli. Anche solo per spostarsi da un luogo ad un altro.
Anche solo l’andare da una città ad un’altra richiede, infatti, una programmazione.
Come ci andiamo? Con quali mezzi di trasporto e con quali orari? E via dicendo.
E la programmazione, o meglio la sua mancanza, si è rivelata fondamentale per molti degli aspetti che riguardano il PNRR ed i bonus edilizi. Vediamo perché.
Le carenze di programmazione del PNRR
I soldi che l’UE destina ai vari Paesi vengono corrisposti in tranches, solo a condizione del raggiungimento degli obiettivi previsti.
L’Italia ha previsto i suoi, peccato non vi sia stata una sufficiente programmazione. A partire da un’attenta analisi delle risorse disponibili per il loro raggiungimento.
In tal senso, l’individuazione di opere pubbliche, da implementare da parte degli enti locali.
Ma questo, cosa comporta?
In primis, evidentemente, la formulazione di precisi progetti tecnici, che tengano conto di specifiche disposte dalla normativa in materia, unitamente a tutti gli altri aspetti necessari per l’implementazione.
Risulta di tutta evidenza, quindi, la necessità di avere un sufficiente numero di tecnici, necessari per la redazione di quei progetti.
Peccato che questi tecnici scarseggino. O quanto meno non ci siano in numero sufficiente al conseguimento degli obiettivi fissati dal piano.
Del resto, anche noi, volessimo realizzare un immobile da zero, o anche solo ristrutturarlo profondamente, dovremmo partire da un progetto, che solo un tecnico abilitato potrebbe formulare.
Comprendiamo quindi perfettamente perché il Ministro Fitto abbia espresso una evidente criticità sul raggiungimento di determinati obiettivi.
Le carenze di programmazione dei bonus edilizi
Altra mancanza di programmazione è riscontrabile nei decreti, che sfruttavano il meccanismo della cessione di crediti legati ai bonus edilizi.
Intanto, è evidente che, consentendo di cedere crediti fiscali, al posto dei pagamenti con denaro, la richiesta di lavori edilizi sarebbe decisamente incrementata.
Ma c’erano le risorse per tutti questi interventi?
Evidentemente no. Infatti molti proprietari hanno dato per scontato che bastasse deliberare siffatti interventi, perché tutto poi filasse liscio e senza costi.
Ma la realtà è ben diversa. Per realizzare questi lavori sono necessarie risorse tecniche e materiali. Personale preparato e materiali per le lavorazioni. Oltre a ponteggi e quant’altro.
In Italia, però, non era presente un numero di risorse sufficiente a far fronte a tutti i cantieri che si aprivano. Ne consegue che queste risorse sono in gran parte mancate, e si è verificato un fenomeno inflattivo, conseguente alla loro penuria.
E, come notiamo, ancora una volta la questione riconduce a mancanza di programmazione, per non aver valutato le risorse necessarie.
Ma, anche qualora queste risorse di personale e di materiali ci fossero state in misura sufficiente per far fronte alle esigenze di un incrementato numero di cantieri, sarebbe filato tutto liscio?
Ancora una volta, la risposta è negativa.
Bonus edilizi e PNRR: cosa hanno in comune e quali errori si dovevano evitare? Bonus edilizi e sistema bancario
Le risorse necessarie non riconducevano, infatti, solo a quelle materiali ed a personale preparato.
Ma si trattava, evidentemente, anche di risorse finanziarie.
Le ditte incaricate dei lavori, certo non pagano il personale ed i materiali con bonus edilizi, ma con soldi. Soldi che, però, non provenivano dai committenti, che hanno invece ceduto i loro crediti fiscali.
Meccanismo assolutamente indispensabile al funzionamento del sistema, era quindi da ricondurre alla conversione dei bonus in denaro da parte delle banche.
Ma chi ha mai detto che le banche avrebbero convertito i crediti all’infinito, qualunque fosse stata l’entità dei crediti da cedere?
Evidentemente, anche le banche hanno raggiunto un limite, relativo in primis alla loro capienza fiscale.
Certo, in un sistema legale che non preveda limiti al numero delle cessioni del medesimo credito, a loro volta le banche avrebbero potuto cedere crediti, ma evidentemente con talune difficoltà.
Il fatto è che non si è tenuto conto che il nostro non è un sistema economico ad economia pianificata, come nei Paesi socialisti. Ma ad economia di mercato.
Pertanto ogni soggetto economico può decidere se accettare o meno la cessione di un credito.
Ed ecco, quindi, che ad un certo punto non è stato più possibile riconvertire i crediti in denaro.
Ancora una volta, una programmazione carente che non ha tenuto conto dei limiti del sistema economico. Sia sotto il profilo delle risorse di materiali e di personale, sia dal punto di vista finanziario, per l’implementazione di interventi edilizi.
Lo stesso errore, a nostro parere, che ora riguarda alcuni provvedimenti UE.
In particolare, in materia di case green e di veicoli ecocompatibili.
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